Il Vescovo Pietro Lagnese ha voluto la presenza dei missionari in maniera stabile sull’isola, al servizio della Chiesa isolana che è fatto di evangelizzazione, formazione del Clero e carità.

di Lorenzo Russo

Venerdì 26 settembre, vigilia della memoria liturgica di san Vincenzo De Paoli, accoglieremo ufficialmente sull’isola d’Ischia il dono dei padri Vincenziani. Alle ore 17:00 presso la Basilica Santa Maria di Loreto a Forio d’Ischia, il Vescovo Pietro Lagnese presiederà una concelebrazione dove accoglierà i missionari di San Vincenzo insieme al clero e ai fedeli tutti.

“Il Vescovo Lagnese ha fortemente voluto la loro presenza in Diocesi – ha affermato Padre Giuseppe Guerra superiore provinciale dei missionari Vincenziani – perché essi possano dare il Carisma vincenziano che è fatto di evangelizzazione e carità. In realtà sarà un ritorno dei missionari vincenziani perché già nella prima metà del secolo scorso dimoravano nel comune di Casamicciola Terme”.

In quell’occasione Mons. Lagnese ringrazierà le figlie della Carità che per un secolo hanno svolto un’opera mirabile in diocesi ma che purtroppo non potranno più esserci stabilmente sull’isola. “Le figlie della Carità hanno educato il cardinale Luigi Lavitrano quando era bambino – ricorda Padre Guerra -. Il Cardinale stesso ha poi donato la casa “Villa San Luigi” in Forio alle figlie della Carità. Quella stessa casa che ora ospiterà i padri missionari. C’è quindi un filo di continuità del Carisma vincenziano sull’isola”.

Tre missionari presteranno il loro servizio secondo le direttive del Vescovo, dalla festa di san Vincenzo (27 settembre) in poi. Questi tre missionari resteranno stabilmente sull’isola. In passato invece venivano in missione sporadicamente nel territorio di Panza.

“I padri vincenziani – afferma Padre Lagnese – non prenderanno in carico nessuna parrocchia ma principalmente avranno tre obiettivi: l’evangelizzazione, la formazione del Clero e la Caritas al servizio dei poveri”.

CHI SONO I MISSIONARI VINCENZIANI

San Vincenzo de’ Paoli fondò la Congregazione della Missione nel 1625, per l’evangelizzazione dei poveri e la formazione del Clero. Oggi la Congregazione ha definito così il suo fine: “Il fine della Congregazione della Missione è di seguire il Cristo Evangelizzatore dei Poveri”. Questo fine si realizza quando, fedeli a San Vincenzo, i Confratelli e le Comunità:

1° si adoperano con tutte le forze a rivestirsi dello spirito di Cristo (Regole Comuni I,3) per acquistare la perfezione conveniente alla loro vocazione (Regole Comuni XII,13);
2° si applicano all’evangelizzazione dei Poveri, specialmente dei più abbandonati;
3° collaborano alla formazione del Clero e dei laici, portandoli a prendere una parte maggiore all’evangelizzazione dei Poveri (Costituzioni, art. 1).

LO SPIRITO DELLA CONGREGAZIONE DELLA MISSIONE 

Lo spirito della Congregazione comprende le disposizioni intime dello Spirito di Cristo che il Fondatore raccomandava fin dagli inizi ai suoi Confratelli: amore e venerazione verso il Padre, amore compassionevole ed efficace verso i Poveri, docilità alla divina Provvidenza (Costituzioni, art. 6). La Congregazione cerca ugualmente di tradurre il suo spirito nelle cinque virtù, attinte, anch’esse, alla immagine particolare dei Cristo, cioè: la semplicità, l’umiltà, la dolcezza, la mortificazione e lo zelo. Come lo ha detto San Vincenzo: “La Congregazione cercherà, in modo tutto particolare, che queste cinque virtù siano come le facoltà dell’anima di tutta la Congregazione e che le azioni di ciascuno di noi ne siano sempre animate” ” (Regole Comuni 11,14; Costituzioni, art. 7).