METTIAMO ORA MANO AL RESTAURO DELLA NOSTRA ANIMA

 

Gina Menegazzi per Kaire

E finalmente la chiesa è stata riaperta: la Santa venuta dal mare, a cui tutti i lacchesi sono legati, patrona dell’intera isola d’Ischia, ha di nuovo il suo tempio. Con una cerimonia molto bella e partecipata, venerdì 24 novembre sua Eccellenza monsignor Pietro Lagnese ha spalancato le semplici e belle porte di legno e ha celebrato la Santa Messa con il parroco don Gioacchino Castaldi, il viceparroco don Giuseppe Caruso, e altri sacerdoti, tra cui don Emanuel Monte, direttore dei Beni Culturali della Diocesi. Presente anche il sindaco di Lacco Ameno, Giacomo Pascale, che alla fine della cerimonia ci ha tenuto a ringraziare vivamente monsignor Lagnese per tutto quello che ha fatto e fa per le popolazioni colpite dal terremoto.

Padre Pietro nella sua omelia ha ricordato quale segno di speranza è la riapertura oggi, a poco più di tre mesi dal sisma, di questa chiesa che bene esprime l’identità di un’intera comunità, mentre tanti altri templi sono chiusi – in particolare san Giuseppe al Fango e quasi tutti quelli di Casamicciola – auspicando che “si possano al più presto riaprire tutte le altre chiese, si facciano quanto prima i lavori perché il popolo possa ritrovare i luoghi dove andare a pregare, dove raccogliersi, dove trovare forza”.

Rifacendosi alle letture del giorno, monsignor Lagnese ha espresso tre particolari intenzioni di preghiera: la prima perché “per questa comunità e per tutti quelli che verranno qui a pregare, questa basilica possa essere, come dice Gesù nel Vangelo, una casa di preghiera, in cui si possa fare esperienza di Dio, ci si possa sentire amati da Dio, come la casa paterna nella quale si ritorna dopo una giornata di lavoro”.

La seconda intenzione, sempre sulla traccia del Vangelo che racconta come tutto il popolo pendesse dalle labbra di Gesù, è che “in questa chiesa ci si possa nutrire della parola di Dio. Soltanto a partire dall’ascolto della parola di Dio possiamo provare a vivere il Vangelo come ha fatto Santa Restituta”.

La terza intenzione di preghiera espressa dal Vescovo è “che, a partire da questa chiesa, Lacco possa ritrovare la forza e la voglia per metter mano al restauro e al consolidamento di tutta la sua comunità cristiana” e di ogni anima che viene in questo tempio.

Dopo la cerimonia è stato possibile ascoltare, dalla viva voce dei tecnici che si sono occupati dei lavori di restauro della Basilica – l’architetto Antonio Nardelli, Marco Simeone restauratore, l’ingegnere Francesco Trani e l’architetto Raffaele Ungaro – la descrizione dei vari interventi realizzati, in particolare il recupero del bellissimo cassettonato “alla Beneventana” di fine ‘800, soffitto realizzato con le tecniche antisismiche adottate a seguito del terremoto del 1883. Pesantemente intaccato dalle termiti, insieme al pulpito, alle colonne binate e alla cantoria, era stato oggetto di un precedente restauro nel 2007, che non era però riuscito a debellare gli insetti. Pertanto, a causa delle particolari dimensioni del cassettonato, per trattare il quale con i metodi tradizionali sarebbe stato necessario un massiccio uso di gas e veleni con ripercussioni sulla salute dei cittadini anche a distanza di tempo, si è deciso di adottare una tecnica nuova, ecologica e molto veloce, che permette inoltre di agire su punti – come le interfaccia nelle murature – che non possono essere raggiunti con altri metodi. La termo induzione controllata consiste nel convogliare sui manufatti, racchiusi in particolari teli termici, aria calda a 55°C, mantenendo costante il livello di umidità relativa e distruggendo in tal modo sia le uova sia gli insetti.

Si è poi provveduto a ripulire le dorature, che si sono rivelate d’argento meccato, un metodo inventato nel ‘600 per dare all’argento le sembianze dell’oro. Altro trattamento ha avuto la balaustra della cantoria, che è invece risultata essere decorata interamente con foglia d’oro zecchino di altissima qualità.

Gli interventi strutturali hanno portato al rinforzo degli architravi e a un consolidamento di tutta la muratura grazie anche al rifacimento dell’intonaco esterno. Il restauro della facciata ha interessato pure gli stucchi che, anche se fatti a stampo, sono risultati di bella fattura: si è cercato di ricuperare e dare al tutto un’unità stilistica.

Oltre agli altri locali, si è infine recuperato l’ex cisternone, che è stato completamente bonificato da un punto di vista igienico-sanitario e strutturale: si è così ottenuto un ambiente completamente risanato e consolidato che sarà ora in grado di conservare, tra l’altro, tutto il materiale scenografico necessario per la sacra rappresentazione  e le processioni dedicate alla Santa, dal 15 al 18 maggio di ogni anno, per quella che è la festa per eccellenza di tutti i lacchesi.

Foto di Gina Menegazzi e G.G.Lubrano