Don Pietro Monti, per tanti semplicemente don Pietro, è senza ombra di dubbio uno dei personaggi più prestigiosi della storia della nostra isola. Sacerdote e studioso profondamente legato ad Ischia ed alla sua storia ha dedicato la sua intera vita agli scavi archeologici, alla catalogazione dei reperti ed alle pubblicazioni dei suoi studi, promuovendo l’apertura del Museo Archeologico di Santa Restituta che tanto interesse ha suscitato nel mondo accademico. Quasi per caso egli scoprì il tesoro nascosto nei sotterranei della Basilica e subito divenne storico, archeologo, esploratore e divulgatore. In occasione del centenario della sua nascita è stata organizzata sabato 27 giugno, presso la sala congressi dell’Hotel Terme di Augusto a Lacco Ameno, una appassionante manifestazione che ha voluto tratteggiare i lineamenti di don Pietro studioso ed archeologo. Il nostro Vescovo, Mons. Lagnese ha aperto i lavori del convegno. “Saluto tutti voi nel dare inizio a questa celebrazione in onore di don Pietro Monti. La Diocesi ha voluto organizzare, sollecitata da tanti amici di don Pietro, che tanto lo hanno amato, questo evento, approfondendo le sue doti di studioso ed appassionato di archeologia e di uomo innamorato di Ischia, in occasione del centenario della sua nascita”. Dopo queste parole introduttive il Vescovo ha espresso gratitudine per quanto ha fatto l’amato sacerdote lacchese per la sua isola. “Grazie a don Pietro abbiamo conosciuto meglio la nostra Ischia, la sua storia, le origini della nostra comunità cristiana. Tutti siamo chiamati ad esprimere gratitudine per questa grandiosa opera da lui realizzata.” Negli anni in cui è stato Rettore della Basilica di Santa Restituta ha iniziato a fare l’archeologo, quasi per gioco, per far venir fuori il lavoro bello del Museo sottostante la Chiesa. L’intento del Vescovo è quello di promuovere al meglio il Museo di Santa Restituta affinché possa divenire elemento fondamentale del turismo culturale di Lacco Ameno e dell’intera isola. “Don Pietro ci ha lasciato una grande eredità, occorre valorizzarla e promuoverla. Viviamo questa celebrazione in onore di questa stupenda persona che ha speso la propria vita coltivando la passione per la ricerca e per lo studio delle origini del Cristianesimo ad Ischia”. Visibilmente emozionato il neo sindaco di Lacco Ameno Giacomo Pascale, fin da piccolo molto legato a don Pietro, ci parla del sacerdote sempre disponibile all’ascolto e con il sorriso stampato in volto. Il sindaco lo definisce uomo, sacerdote e studioso di elette virtù, molto legato alla comunità lacchese. Ad arricchire l’evento le relazioni di illustri ospiti. Il prof. Gerardo Sangermano, Ordinario di Storia Medioevale presso l’Università di Salerno ha impostato la sua discussione sul tema “Don Pietro cultore di storia”. Il prof. Carmelo Formica, Ordinario di Geografia Economica presso l’Università Federico II Di Napoli ha esaltato la figura di don Pietro studioso dell’antichità. Questi primi interventi hanno messo in risalto il lavoro di don Pietro, storico e studioso. I relatori sono stati concordi nell’affermare che don Pietro ha amato in maniera smisurata Ischia e la sua gente. Aveva intuito che l’isola, in base alla tipologia di ritrovamenti che man mano venivano alla luce, aveva avuto un passato molto remoto. “Archeologo dilettante”, così viene descritto il sacerdote. Un dilettante che anche quando divenne esperto della materia non perse i pregi del dilettante: entusiasmo e partecipazione alle proprie ricerche. A detta di tutti sono queste le sue più grandi qualità. I relatori affermano che egli era archeologo atipico perché non apparteneva ad una scuola ben precisa. Dotato di grande caparbietà ha descritto le ricchezze del passato con l’animo proiettato sempre verso i giovani. Più volte rivolgendosi ai ragazzi rivolgeva l’appello di proteggere Ischia, preservandone le sue molteplici bellezze. Il prof. Nino Monti, nipote di don Pietro e suo interlocutore con il mondo accademico, è tra gli artefici principali della manifestazione. Egli ci racconta le gioie e li fibrillazioni dell’amato zio, quelle dovute ai ritrovamenti di reperti scovati nelle zone più svariate dell’isola. Don Pietro è da lui definito uno studioso che vive in maniera totalizzante ed esclusiva la figura di archeologo, un uomo che “vive di pane ed archeologia”. Gli interventi della prof.ssa Gloria Olcese, Ordinario di Scienze dell’Antichità presso l’Università La Sapienza di Roma e della prof.ssa Lucia Scatozzi, Ordinario di Archeologia Classica presso l’Università Federico II di Napoli hanno approfondito la figura di don Pietro archeologo. Le relatrici hanno evidenziato come egli abbia sempre appreso qualcosa quando incontrava qualcuno. Prendeva sempre appunti e si mostrava entusiasta nel raccontare agli altri le sue scoperte. Mirava alla ricostruzione della storia con metodiche che gli permettevano di capire le cose prima degli altri. Indagava il passato con mezzi limitati e si adoperava nel rendere le sue ricerche comprensibili anche a chi non aveva studiato archeologia. L’ultimo dei relatori è stato il prof. Wolf Dieter Heilmeyer, già Direttore dell’Antikensammlung Berlin, che ha delineato la scoperta dei quartieri ceramici in Ischia antica. Egli ci racconta di come la vocazione archeologica di don Pietro sia nata a sei anni quando in spiaggia raccoglieva pezzetti di cocci e li conservava sotto al letto. Insieme hanno fatto tanti studi per spiegare le attività delle fornaci rinvenute nel sottosuolo della Basilica e per capire al meglio i ritrovamenti ceramici. Il connubio tra la missione sacerdotale e l’attività di storico e studioso ha fatto si che don Pietro realizzasse per la nostra isola opere di incomparabile ricchezza. Al termine della serata la prof.ssa Tuta Irace, già sindaco di Lacco Ameno e preziosa collaboratrice di don Pietro, ha presentato il volume “Saliamo sulla barca di Pietro”, omaggio all’ amato sacerdote nel centenario della sua nascita.

di Giuseppe Galano