Messa in Cattedrale del nostro vescovo Pietro nella prima domenica di Quaresima

 

In queste domeniche del Tempo di Quaresima la S.Messa delle ore 10 nella Chiesa Cattedrale di Ischia viene presieduta da mons. Lagnese, quasi a voler accompagnare passo dopo passo il gregge a lui affidato nel cammino verso la Pasqua. Il primo passo, dopo il mercoledì delle ceneri, è stato dunque quello della liturgia della I domenica di Quaresima, una liturgia che ci ha presentato l’esperienza di Gesù che viene sospinto dallo Spirito nel deserto dove affronta e sconfigge il nemico tentatore con la forza della Parola di Dio. Fare deserto è stato proprio l’invito rivoltoci nell’omelia da mons. Lagnese per questo tempo in cui riprendere in mano la propria vita e rischiararla alla luce del Vangelo: “Celebriamo la I Domenica di Quaresima, iniziata mercoledì scorso con il Rito delle ceneri. Il Signore ci offre ogni anno questo tempo perché possiamo fare Pasqua. Questo tempo ci è regalato per ricominciare. Ogni volta che ci allontaniamo dal Signore noi facciamo esperienza di un naufragio, di una morte, di un fallimento. Il Signore ci dice: ricominciamo! Allora carissimi fratelli e sorelle la Quaresima è innanzitutto tempo di ascolto, per noi che forse sperimentiamo le conseguenze nefaste di altri ascolti. Chi abbiamo ascoltato finora? Chi sei stato a sentire? E’ l’esperienza della tentazione quella che viviamo anche noi ogni giorno, l’ascolto di qualcuno che vuole che la nostra sia una vita triste. Cedere alla tentazione significa non ascoltare più il Signore, per questo la Chiesa oggi ci dona questa pagina del Vangelo in cui Gesù, sospinto dallo Spirito, va nel deserto. Anche noi, Chiesa del Signore, sospinti da Lui siamo chiamati ad andare nel deserto, luogo della verità in cui sei messo di fronte a te stesso e non puoi prendertela con nessuno; noi siamo sempre quelli che pensano che i nostri problemi e i nostri guai ci vengano dagli altri: io non sono contento per colpa di mio marito, per colpa di mia moglie, per colpa del mio datore di lavoro, per colpa del mio paese dove non c’è la possibilità di trovare un lavoro e vivere una vita sicura. Questa è la tentazione: pensare che i nostri problemi ci vengano dagli altri: non è proprio così, certamente è anche questo, perché ognuno di noi è ferito e quando si è feriti si vive come cani rabbiosi che devono ringhiare, abbaiare, difendersi. Chi è ferito, ferisce. Chi è ucciso, uccide. Chi è offeso, offende. Ma non è innanzitutto questa la nostra vita. A Madre Teresa di Calcutta venne chiesto da un giornalista cosa non andava nella Chiesa, e da dove cominciare per risolvere i problemi. Lei rispose: le cose che non vanno siamo io e lei, siamo noi! Che ciosa non va nella Chiesa di Ischia? Cos’è che non va nella tua Parrocchia? Cos’è che non va nella tua casa? Cos’è che non va nel tuo lavoro? Non possiamo vivere nell’illusione che i problemi stiano fuori e il deserto è il modo per scoprire che i problemi stanno dentro, siamo noi che dobbiamo cambiare e questo è il Tempo per far parlare Dio abbassando tutte le altre voci menzognere e bugiarde che spesso riteniamo come verità. Il maligno è colui che semina la menzogna, che ci fa credere cose che non sono vere, e allora la Quaresima è il tempo in cui diciamo al Signore: vogliamo ascoltare soltanto Te! Sei tu l’unico che ci tiene veramente a noi, che non ci vuol far vivere una vita schiacciata dal peccato ma una vita da risorti”.