SPIRITUALITÀ BIBLICA

Da giovedì 9 marzo inizierà la lectio divina diocesana con quattro appuntamenti nei quattro decanati

 

Di Don Cristian Solmonese

Carissimi amici, siamo alle porte della Quaresima e come sempre essa è un tempo di grazia, definita come “Primavera dello Spirito”. E’ il tempo in cui la Chiesa ci chiama a chiudere la porta della propria camera e a colloquiare in segreto con il Padre. È il tempo in cui in modo speciale rivivifichiamo il rapporto con la parola di Dio, acqua sorgiva e rinfrescante della vita spirituale. La Chiesa ci suggerisce in questo tempo santo la lettura della Parola con un metodo semplice e antichissimo che definiamo “lectio divina”. Dove nasce? Il concetto di Scrittura come qualcosa da assorbire, fare proprio e digerire lentamente, risale al III secolo, quando Origene Adamantius iniziò ad esplorare l’idea che dietro la Parola scritta di Dio potesse esserci una saggezza superiore rispetto a quella di immediata comprensione. Egli credeva nell’esistenza di un modo per comprendere questo significato più ampio: consentire alle parole di “toccare” l’ascoltatore. Nel IV secolo, anche il monachesimo orientale praticava la riflessione intima sulle Scritture, nonostante fosse diversa dal metodo della Lectio Divina. Proprio quest’ultima divenne, nel VI secolo, una parte essenziale della vita monastica e della preghiera, tanto che San Benedetto la rese parte integrante della Regola di San Benedetto: la sua guida organizzativa e spirituale per la vita in monastero. Questo approccio contemplativo ed attento alle Scritture ci riporta alla mente il Capitolo 6 della Regola di San Benedetto, sull’importanza del silenzio e dell’obbedienza attraverso l’ascolto: «Se infatti al maestro conviene parlare ed istruire, al discepolo spetta tacere ed ascoltare» (Regola di San Benedetto, Capitolo sesto). In questo caso, Dio è il maestro che parla durante la Lectio Divina e occorre ascoltare attentamente.

Che cos’è dunque la “Lectio divina”? La speciale tecnica della Lectio Divina (letteralmente “lettura divina”) è un metodo di preghiera, meditazione e comunicazione con Dio. Piuttosto che affrettarsi a leggere la preghiera scritta e le Sacre Scritture, la Lectio Divina intende rallentare la preghiera, in modo che si possa assorbire la Parola e facendo questo, trascorrere del tempo con Dio. Il ritmo della Lectio Divina è un attento equilibrio di azione e ricezione, preghiera e ascolto di Dio. Un’altra definizione della lectio che a me piace molto è la seguente: essa è l’esercizio ordinato dell’ascolto personale della Parola. ESERCIZIO: è qualcosa di attivo e, per questo, è importante. Nella nostra esperienza religiosa ci sono parecchie cose passive, che facciamo condotti da altri o per abitudine. La Lectio è un momento in cui uno si mette, si decide, cammina. ORDINATO: è un esercizio con una sua dinamica interna, semplicissima e che noi, spesso, dimentichiamo. Di conseguenza troviamo la Scrittura arida e concludiamo che non ci serve per pregare. DELL’ASCOLTO: la Lectio è un ascolto, un ricevere la Parola come dono: le caratteristiche di questo ascolto sono quelle di Maria che, dopo aver ascoltato, obbedisce e dice: “Si faccia di me secondo la tua parola”. Un ascolto, quindi, fatto in atteggiamento di adorazione e di sottomissione. Nella Scrittura non dobbiamo cercare qualcosa da dire ad altri o qualcosa che ci interessi: dobbiamo lasciare che Dio ci parli. PERSONALE: non è ascolto di una predica, di una omelia, di una parola letta nella Chiesa. E’ il momento personale dell’ascolto che fa da corrispondente necessario al momento comunitario. C’è una relazione strettissima tra la parola letta nella liturgia e la lectio: la lectio è come il prolungamento e la preparazione personale dell’ascolto comunitario. Senza l’ascolto comunitario la lectio divina diventa individualismo; senza la lectio divina l’ascolto comunitario cade nel genericismo. DELLA PAROLA: è Dio che parla, Cristo che parla, lo Spirito che parla. Mi parla la Parola che mi ha creato, che ha il segreto della mia vita, la chiave delle mie situazioni La tua Parola, Signore, è Luce alla mia strada, che ha il segreto del cammino della Chiesa, la chiave delle situazioni storiche presenti. Mi parla lo Spirito che penetra ogni realtà economica, sociale, politica, culturale del mondo.

Come si fa la lectio? Essa abbiamo detto è un esercizio ordinato per cui ha dei passaggi molto belli da seguire.

1) LA PREPARAZIONE: è una premessa indispensabile per vivere bene la Lectio Divina è che va preparata. Prima di dedicarci alla Lectio Divina siamo invitate a creare in noi il terreno favorevole per accogliere il seme, in un atteggiamento di fede, di apertura, di invocazione umile allo Spirito perché crei in noi le disposizioni all’ascolto, ad una lettura: attenta, amorosa, umile.

2) LECTIO. La Lettura o Lectio è il punto di partenza, non quello di arrivo. Aiuta a rimanere con i piedi per terra: se si vuole infatti che la meditazione non sia frutto di una fantasia astratta, ma abbia il fondamento nel testo, è necessario che la lettura sia fatta con criterio ed attenzione. Il testo della Parola di Dio va “ascoltato”, “scavato” in se stesso, in modo che non sia manipolato o ridotto alle nostre idee. Il protagonista qui è solo il testo, non le nostre idee, i nostri sentimenti, le nostre situazioni. Quali parole si ripetono? Quali i verbi? Gli aggettivi? In che luogo si svolge l’episodio;? Quando e Perché? Anche se si tratta di un passo notissimo, quando è sottoposto a questo lavoro, ci presenta degli aspetti che non avevamo mai osservato prima. E’ bene durante la Lectio avere una matita in mano per sottolineare, appuntare, evidenziare. Un modo può essere quello di entrare in dialogo con il testo ponendo delle domande che lo inseriscono nell’orizzonte della mia, della nostra vita.

3) MEDITATIO. La meditazione è l’attualizzazione del testo entro l’orizzonte della nostra vita e realtà, sia personale che di comunità. Il brano è stato scritto per noi, perciò deve parlare a noi. Con la lettura abbiamo colto il significato del testo che è ambientato in un tempo e in situazioni diverse dalle nostre, ma la fede ci dice cha ha qualcosa da dire a noi oggi. Nella Parola esiste un valore permanente che produce oggi la medesima conversione che operò in quel tempo. Come fare allora la meditazione? Un modo può essere quello di entrare in dialogo con il testo ponendo delle domande che lo inseriscono nell’orizzonte della mia, della nostra vita. Che cosa c’è di uguale e di diverso tra la situazione descritta dal testo e la mia, la nostra oggi? Che cosa dice il messaggio di questo testo per la mia, nostra situazione? Che cambiamento suggerisce a me, a noi, che vivo, viviamo questa realtà? In che punto mi, ci “condanna”?  Che cosa intende far crescere in me, in noi? Un altro modo di fare meditazione è quello di rileggere il brano, ripetere alcune parole o espressioni, “ruminarlo”, masticarlo, fino a scoprire quello che vuole dirci. E’ quanto faceva Maria custodendo le cose udite nel suo cuore. Nella meditatio, la vita illumina il testo e il testo illumina la vita.

4) ORATIO: L’Oratio risponde alla domanda: “Che cosa mi fa dire il testo, che cosa ci fa dire, a Dio?”. L’atteggiamento di preghiera di fronte alla Parola di Dio deve essere come quello di Maria che risponde: “Si faccia di me secondo la tua Parola”. La preghiera suscitata dalla meditazione può essere spontanea. La risposta, poiché dipende da ciò che si è ascoltato da parte di Dio nella lettura e nella meditazione, può essere di lode o di rendimento di grazie, di supplica o di imprecazione, come quella di Giobbe, di Geremia e di tanti salmi. Come nella meditazione, è importante che questa preghiera spontanea non sia solo personale, ma abbia anche la sua espressione comunitaria sotto forma di condivisione.

5) CONTEMPLATIO. La contemplazione è l’ultimo grado della Lectio Divina. Ne costituisce il punto di arrivo. La contemplazione riassume in sé tutto il cammino percorso nella Lectio Divina: “finora vi siete poste davanti a Dio, avete letto la Parola, studiandone e scoprendone il significato, avete cercato di meditarla affinché entrasse nella vostra vita, avete trasformato tutto in preghiera davanti a Dio. Ora, tenendo tutto questo nella mente e nel cuore, voi cominciate ad avere uno nuovo sguardo per osservare e valorizzare la vita, gli avvenimenti, la storia. E’ lo sguardo di Dio sul mondo che in questo modo si comunica e si diffonde. Questo nuovo sguardo è la contemplazione”. La contemplazione non solo medita il messaggio, ma anche lo realizza, non solo ascolta, ma mette in pratica. La Lectio Divina, in tal modo “mette il collirio, apre gli occhi ai ciechi, permette di vedere, di essere e di agire”. Approfittiamo di questo tempo per sperimentare la bellezza di questa modalità di preghiera. Vi auguro un buon cammino a tutti!