di Gina Menegazzi

Una breve passeggiata da palazzo Lanfreschi fino a metà del ponte: questa è stata la parte della visita del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a Ischia Ponte, martedì 29 agosto. Una visita breve, certo: accompagnato dal Presidente della regione Campania Vincenzo De Luca e del capo della protezione civile Angelo Borrelli, Mattarella ha incontrato il sindaco d’Ischia, Enzo Ferrandino, poi, alla Cattedrale, è stato accolto dal nostro Vescovo Pietro che aveva già salutato nella zona terremotata.  Infine, poco più avanti, sul piazzale Aragonese, ha visto gli altri sindaci dell’isola, con cui ha potuto scambiare ulteriori informazioni, ascoltare nuove richieste.

Non c’èra molta gente per strada, durante questa passeggiata quasi privata: qualcuno applaudiva dai balconi, qualcun altro, con figlio, ha cercato di avvicinarsi per scattare “una foto col bambino”: l’atmosfera era più interlocutoria che plaudente, quasi non si volesse capire bene perché il presidente aveva voluto venire qui, a Ischia Ponte. “Ma non doveva venire a incontrare i terremotati?”

Mattarella lo aveva fatto, con attenzione e senza parole inutili, ma era anche giusto che venisse a Ponte, la parte più antica e rappresentativa dell’isola, quella che, grazie al Castello, è la nostra icona e il nostro biglietto da visita nel mondo.

E’ stato un modo per incontrare sindaci e altre autorità fuori dalla pressione della gente che il terremoto lo ha vissuto sulla propria pelle (e uscire dalle reazioni “di pancia” è ciò che poi permette, lucidamente, di agire per il futuro), ma è stato anche un modo per far vedere, attraverso i collegamenti delle varie televisioni, quell’Ischia “normale” che sta riprendendo la sua vita normale e che tratta la visita del Presidente della Repubblica come quella delle tante altre personalità che, sempre, sono venute su quest’isola bella e fragile.

E allora: grazie Presidente per questi due passi tra noi, e… non se la prenda se qualche scugnizzo ha gridato che solo De Laurentiis è il presidente; anche questo è un modo per superare il terremoto.