Il nostro Vescovo Pietro al termine dell’VIII Convegno Diocesano dello scorso mese di ottobre aveva espresso un desiderio, una condizione necessaria affinché non rimanesse un bel momento da incorniciare o da “custodire gelosamente” nel cassetto dei ricordi. Bisognava farlo proseguire attuandolo, vivendolo e approfondendolo in maniera sistematica e attenta. Le “parole chiave” consegnateci alla fine dell’assise isclana, tutta incentrata sull’Evangelii Gaudium donataci da Papa Francesco, erano un chiaro intento di “rilanciare la palla” ai tantissimi interlocutori presenti per continuare a “giocarsi” a viso aperto la partita più bella che è quella della vita, e della vita vissuta con Cristo come Chiesa che si fa vicina all’uomo del nostro tempo.
E questo invito sembra non essere caduto nel vuoto se martedì scorso 18 novembre erano in tanti ad affollare con partecipazione ed entusiasmo il Cinema Excelsior per quello che don Pasquale Trani ha definito “il quarto giorno di convegno”, il suo primo prolungamento per continuare a verificare il nostro atteggiamento di popolo di Dio e capire davvero il “fine” che orienta ogni nostra azione e ogni nostro gesto.
L’occasione propizia per ritrovarsi insieme era la presentazione diocesana degli orientamenti della Conferenza Episcopale Italiana per l’annuncio e la catechesi a cura di mons. Valentino Bulgarelli, membro del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione e dell’Ufficio Catechistico nazionale dal titolo: “Incontriamo Gesù”; scriveva Papa Benedetto XVI nella sua enciclica DEUS CARITAS EST: “all’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva!”. E’ dunque questo incontro che i nostri Vescovi e il Santo Padre vogliono che sia messo concretamente al centro di ogni progetto pastorale per far sì che in modo particolare i nostri ragazzi e giovani possano essere trasformati da quello sguardo di Amore che ogni giorno si posa sulla nostra vita, che è lo sguardo di Cristo.
Dopo un breve momento di preghiera è toccato a don Pasquale Trani, già coordinatore del Convegno diocesano, il compito di introdurre questo altrettanto importante momento e fare un breve “flash back” di quanto sinora vissuto: “questa serata sembra essere quasi naturale prosecuzione dei giorni vissuti il mese scorso. Il nostro ottavo convegno si concludeva non con una fine ma con un’apertura: aprendo la nostra Chiesa che si vuole porre in atteggiamento di uscita. (…) Mons. Bulgarelli viene oggi in una Chiesa che vuole essere bella, non solo nella bellezza esteriore del paesaggio circostante e delle risorse naturali che le ha dato il creatore ma anche in questa bellezza che le viene proprio dall’essere in uscita, nell’attenzione verso l’altro”.
Mons. Bulgarelli con la freschezza e l’entusiasmo che sono proprie di un vero innamorato di Cristo ha tracciato in maniera più che concreta quelle che sono le intenzioni che hanno mosso i vescovi italiani nella stesura di questo testo così importante. Un testo inserito nel decennio sull’educazione voluto dagli stessi vescovi italiani e scritto “a cavallo” tra due Papi, con un chiaro riferimento all’Evangelii Gaudium di Papa Francesco: “C’è bisogno di avviare una purificazione della nostra catechesi. Il disastro educativo che stiamo vivendo è dovuto principalmente al fatto che i mezzi sono più importanti delle finalità, i nostri giovani escono dalle università pieni di nozioni e sapientissimi ma senza sapere il fine per cui fare determinate cose, e questo è parte anche delle nostre realtà pastorali: non basta dire leggi la Bibbia o vai a messa, bisogna insegnare il perché, il fine per cui fare questo. E’ altrettanto importante, ha proseguito mons. Bulgarelli, formare adulti capaci di prendere delle decisioni e che propongano ai ragazzi mete belle ed alte. Il problema centrale oggi non è l’ateismo quanto il relativismo: Dio c’è ma non sembra più incidere sull’umano”.
Sulla scia dell’Evangelii Gaudium di Papa Francesco mons. Bulgarelli ha indicato alcune piste concrete per un rinnovamento dell’annuncio del Vangelo oggi: “c’è bisogno di riproporre l’atteggiamento di fiducia che Dio ha nell’uomo individuando i fini delle proprie azioni, non andando dietro al ‘si è sempre fatto così’ ma lavorando con creatività con il triplice obiettivo di uscire per testimoniare un Amore concreto che si fa vicino, proporre e non imporre con gioia e vitalità il messaggio salvifico di Dio, e custodire l’altro con le sue fragilità come persona che ti è stata affidata e non come tuo possesso”.
“Credere non è una castrazione dell’umano ma una risorsa perché Dio cammina con noi!”, ha concluso mons. Bulgarelli, che ha poi risposto alle domande dei presenti in sala.
E’ stata poi la volta di un importante proposta dei Vescovi italiani recepita da mons. Lagnese e dalla Caritas diocesana diretta da don Gioacchino Castaldi, che dopo la proiezione di un video davvero intenso sulla situazione dei cristiani in Iraq fuggiti perché perseguitati a causa della propria fede, ha invitato tutti a farsi prossimi di questi nostri fratelli che pur in situazioni così estreme continuano con coraggio a testimoniare il Vangelo della vita, attraverso un progetto di solidarietà finalizzato all’acquisto di un consistente numero di container per l’alloggio di più famiglie possibili; tale progetto sarà approfondito e portato avanti nella nostra Diocesi in modo particolare nel prossimo periodo di Avvento.
Infine le parole conclusive di mons. Lagnese che ha invitato la Chiesa di Ischia a diventare maestra nel far incontrare l’uomo di oggi con Cristo: “Impariamo a riappropriarci del fine di quello che facciamo. Il titolo degli orientamenti della Cei sull’annuncio e la catechesi è decisamente eloquente: incontriamo Gesù. Nel Vangelo di oggi si parla della figura di Zaccheo che ‘a causa della folla non riusciva a vedere Gesù’: quanto mi ha fatto sempre riflettere questa frase! Non è che spesso sono proprio le nostre comunità ad impedire l’incontro di tanti con Cristo? Il fine di ogni nostra azione è invece proprio quello di far incontrare le persone con Gesù, che ci cerca prima ancora che siamo noi a cercare Lui!”
Francesco Schiano
Foto di Giovan Giuseppe Lubrano