Martedì 27 giugno Don Leone Kondru della Diocesi di Vijayawada in India, ha incontrato al centro Papa Francesco i referenti missionari della Diocesi di Ischia e quanti aiutano i suoi bambini e ragazzi attraverso le adozioni
Alessandra Di Meglio, segretaria del Centro Missioni Diocesano
Don Leone Kondru, direttore della Diocesan Educational Society, progetto di sostegno a distanza presso la Diocesi di Vijayawada, in Andhra Pradesh in India, è in visita in Italia e si è reso disponibile ad incontrare tutti i sostenitori, per ringraziarli personalmente dell’aiuto che danno ai bambini della sua diocesi, far conoscere la realtà dell’India e rispondere a domande e curiosità.
Martedì 27 giugno al centro Papa Francesco ha incontrato anche i referenti missionari della Diocesi di Ischia e quanti aiutano i suoi bambini e ragazzi attraverso le adozioni.
Don Leone ci ha parlato delle origini della Diocesi di Vijayawada, fondata nel 1937 dai missionari del PIME che hanno portato fede, dignità, educazione e cure mediche agli abitanti. Mostrandoci quante opere la Chiesa, ed in particolare i missionari hanno realizzato negli anni.
Oggi il paese è in grave difficoltà a causa della divisione dello stato di Telangana, avvenuta circa due anni fa; questo ha causato mancanza di lavoro, ulteriore povertà, nonché insufficienza di infrastrutture (scuole, ospedali, fabbriche). I cattolici sono coloro che pagano maggiormente per questa divisione, perché vengono discriminati a causa della loro fede, e non trovano occupazione, finendo per essere fra i più poveri dello stato (Dalit); per questi motivi diversi cattolici si convertono all’induismo “non per fede –spiega don Leone- ma per paura e a causa delle pressioni delle forze politiche”.
Il governo non costruisce scuole per i cattolici, tutte quelle presenti nella diocesi sono state fondate dai missionari; si tratta di strutture che non ospitano solo bambini cattolici, ma tutti i bambini, di qualunque religione e casta, questo perché non si vuole guardare con gli occhi della discriminazione “non ci sono stranieri, siamo tutti figli della Terra”.
Ad oggi si contano circa 150 istituzioni educative sparse sul territorio di Vijayawada, situate nei villaggi dove ancora il 65% della popolazione è analfabeta, e attraverso le donazioni stanno scolarizzando più di 2500 studenti.
Don Leone si occupa a tempo pieno del progetto del sostegno a distanza, raggiunge le scuole della diocesi per distribuire ai bambini libri, quaderni, divise e tutto il materiale scolastico necessario. Quest’anno sono riusciti ad aiutare più di mille famiglie e a consegnare macchine da cucire a molte ragazze che non volevano continuare gli studi, permettendo loro di poter lavorare ed avere una dote per potersi sposare. Inoltre hanno realizzato due progetti. Il primo è uno stage estivo, attraverso cui potenziare tre insegnamenti: inglese, matematica e scienze naturali; materie particolarmente richieste per riuscire ad ottenere un lavoro. Il progetto era a rischio per il gran caldo, infatti si sono raggiunti i 48°, ma nonostante questo i studenti non hanno rinunciato. Il secondo è stato la consegna di borse di studio a 88 catechisti, si tratta di una figura particolarmente importante nelle grandi diocesi, che svolge un ruolo del tutto diverso dai nostri catechisti; se pensiamo che la Diocesi di Vijayawada è la seconda per grandezza in India, con più di 250.000 cattolici e 100 parrocchie, qui l’insufficienza di sacerdoti viene colmata con i catechisti che si occupano a tempo pieno della parrocchia e dei fedeli, comprendiamo quindi la necessità di formarli e sostenerli economicamente.
Conclude l’incontro porgendoci i ringraziamenti di tutta la sua Diocesi e con una sfida riuscire ad accompagnare i ragazzi per ulteriori tre anni, fino all’università e al conseguimento del baccalaureato (la nostra laurea triennale), dandogli così maggiori possibilità di inserirsi nel mondo del lavoro, e riscattarsi dalla povertà.
Don Leone ci ha portato la sua testimonianza diretta, con la sua semplicità e schiettezza ha parlato delle difficoltà che, in particolar modo per chi dichiara la propria fede cattolica, deve affrontare nella vita quotidiana e le discriminazioni sociali che ne derivano, ma ci ha anche mostrato tutto il bene concreto che viene realizzato, grazie all’impegno della sua diocesi, e di quanti fra noi li sosteniamo a distanza attraverso le adozioni e le preghiere. Questo incontro è stato la prova che le offerte che inviamo attraverso il Centro Missionario Diocesano nonché il nostro 8xmille alla Chiesa Cattolica portano frutti, e che questi frutti sono buoni.