di Grazia Biasi, direttore di Clarus, settimanale diocesi di Alife-Caiazzo (Caserta)
Carissimo Lorenzo, sono in Terra Santa: siamo arrivati il giorno prima del terremoto. Il nostro vescovo mons. Valentino Di Cerbo è con noi, ma si è sentito con il tuo vescovo mons. Pietro Lagnese. Ieri sera, martedì 22 agosto a Nazareth, alla grotta dell’Annunciazione, i frati hanno pregato per l’isola di Ischia, e noi con loro durante la recita del rosario insieme ai cristiani di lingua araba. Gli ischitani sappiano che la preghiera per loro è partita anche da qui.
Il martedì sera alla grotta si recita il rosario in italiano e arabo e c’è una discreta presenza di persone. È un momento di gran raccoglimento.
Eravamo circa 200 persone: 3 gruppi italiani di cui due organizzati dall’opera romana pellegrinaggi e poi gente del posto (cristiani di lingua araba). I francescani, gli unici che officiano all’altare della grotta introducono la preghiera, poi il rosario è guidato dai pellegrini laici. Al termine ci sono delle intenzioni di preghiera sempre da parte del celebrante (e qui si è pregato x Ischia), poi la benedizione avviene con l’icona della santa famiglia. In ultimo, il frate che presiede la preghiera, con l’icona passa tra la gente prima di tornare in sacrestia.