EVANGELIZARE PAUPERIBUS MISIT ME

“Carissimi Padri, aiutateci nella formazione permanente del Clero, rendetevi disponibili per la confessione e direzione spirituale dei nostri presbiteri”
+ Pietro, Vescovo

Venerdì 26 settembre è stato davvero un giorno di gioia e di festa per tutta la nostra Diocesi. Mons.Lagnese ha infatti presieduto la Solenne Concelebrazione per l’ingresso in pianta stabile nella nostra Chiesa Diocesana, dei Padri Vincenziani, più precisamente a Forio presso la Casa San Luigi donata dal Cardinale Lavitrano. In questa casa da tantissimi anni dimoravano le Figlie della Carità, altro frutto dell’opera di San Vincenzo Dè Paoli e di Santa Luisa De Marillac, che seppur non più stabilmente, continueranno ad essere presenti sulla nostra isola. Il Vescovo Pietro ha presieduto l’Eucarestia nella Basilica di Santa Maria di Loreto nei primi vespri della festa di San Vincenzo De’ Paoli insieme al clero Diocesano e ai Padri che saranno presenti sulla nostra isola: p. Giuseppe Caruso, p. Giuseppe Scarpitta e p. Giuseppe Ciappa. Era presente anche il padre provinciale dei Padri Vincenziani, Padre Giuseppe Guerra.

All’inizio della Celebrazione, dopo il saluto introduttivo del Vescovo, è stata data lettura del messaggio della Madre Provinciale delle Figlie della Carità che, non potendo essere fisicamente presente per impegni precedentemente assunti, ha voluto comunque far sentire la propria vicinanza spirituale in questa circostanza così importante per la nostra Diocesi: “desidero far giungere il mio saluto cordiale in particolare a S.E. Mons. Pietro Lagnese, Vescovo di Ischia, che ha voluto chiamare i preti della Missione a Forio per dare il via ad un’attività pastorale sull’isola secondo il carisma vincenziano: servizio al clero e ai poveri; direi quasi in continuità col servizio svolto dalle Figlie della Carità, arrivate a Forio il 20 ottobre 1936, chiamate dal Card. Luigi Lavitrano allora Arcivescovo di Palermo; suo obiettivo era fondare una scuola professionale a cui si aggiunse una scuola di avviamento e più tardi la scuola media. In seguito si aprì anche una scuola materna: si dette il via anche ad un doposcuola e alle attività caritative – apostoliche con il Volontariato Vincenziano tuttora presente. Molto bello e significativo è il fatto che i nostri confratelli subentrano nella struttura dove abbiamo abitato noi fino a poco tempo fa. Desidero formulare il mio più vivo augurio unito alla più fervida preghiera perchè il Signore benedica questi inizi e accompagni i missionari designati per quest’opera, perché il loro servizio sia impregnato di carità apostolica e il loro lavoro porti frutti di ogni bene, realizzando l’invito di Papa Francesco di una “Chiesa in uscita” che fa parte integrante della spiritualità vincenziana.”

Mons. Lagnese dal canto suo ha espresso alle Figlie della Carità il ringraziamento suo e di tutta la Chiesa di Ischia, comunicando che la loro presenza tra noi continuerà seppur non in maniera stabile. Nella sua omelia mons. Lagnese ha sottolineato 3 parole del motto dei Vincenziani rendendole ancor più attuali per la nostra vita e per questa missione che i padri svolgeranno tra noi: Lo spirito del Signore è su di me, mi ha mandato ad annunciare una lieta notizia ai poveri”. Queste parole di Isaia, fatte proprie dal Signore Gesù, dicono meglio di ogni altra parola, il carisma della Congregazione dei Preti della Missione fondata da San Vincenzo Dè Paoli. Nessun altra espressione del Vangelo ci dice meglio l’opera e lo Spirito suscitati nella Chiesa dal Santo prete francese, per questo essa fu scelta come motto e slogan del nuovo istituto. “Evangelizare pauperibus misit me”. 3 parole dunque su cui vorrei riflettere insieme a voi stasera.

Innanzitutto EVANGELIZARE. Fu insieme a quello dei poveri, il grande amore di mons. Vincent: l’annuncio del Vangelo a tutti ma in modo particolare ai lontani. San Vincenzo De’ Paoli fece esperienza sulla sua pelle e nella vita di tanta povera gente della potenza del Vangelo, che, se accolto, è davvero capace di guarire le ferite più profonde prodotte dal peccato e ridonare all’uomo una vita nuova. Parafrasando Papa Francesco potremmo dire di San Vincenzo che “la sua gioia di comunicare Gesù Cristo si espresse tanto nella sua preoccupazione di annunciarlo nei luoghi più bisognosi quanto in una costante uscita verso le periferie del proprio territorio; si impegnò a restare maggiormente lì dove mancavano la luce e la vita del Risorto”. Per questa opera Egli nel 1625 fondò l’Opera dei Preti della Missione; ai Padri della Missione perciò, che da questa sera ritornano sulla nostra isola mediante la presenza stabile di una Comunità Vincenziana, chiediamo che il loro servizio non si esaurisca esclusivamente in un’opera di supplenza nelle Parrocchie esclusivamente di carattere liturgico, ma che si traduca in un impegno per la Nuova Evangelizzazione, un’Evangelizzazione concreta, che li porti a stare in mezzo alla gente per consolare le piaghe degli afflitti e per offrire percorsi di annuncio del Vangelo e di una formazione permanente, per un’autentica vita di fede.

PAUPERIBUS. L’Evangelizzazione si concretizzò in un annuncio autentico ai poveri, da lui considerati come i veri amici di Dio. Per i poveri San Vincenzo si impegnò con tutte le sue forze, ai suoi figli scriveva: “Dobbiamo fare ciò che Gesù ha fatto; curare i poveri, consolarli, soccorrerli, raccomandarli”. “Dio ama i poveri”, aggiungeva, “e per conseguenza ama quelli che amano i poveri”. Questo Amore per i poveri portò San Vincenzo ad impegnarsi verso i carcerati, gli indigenti, gli orfani, organizzò la carità, influendo persino sulla corte reale! A tale scopo suscitò prima l’esperienza delle Compagnie della Carità e poi nel 1633 insieme a Santa Luisa De Marillac quella delle Figlie della Carità per il risollevamento delle masse proletarie delle città.

Oggi ai figli di San Vincenzo venuti ad Ischia domandiamo di rendere presente lo Spirito di San Vincenzo attraverso un’opera di affiancamento dei Presbiteri della nostra Chiesa e nell’impegno della Carità per sostenere le fragilità della nostra gente, e per aiutare le Comunità Cristiane ad educarsi ad un’opera di carità e di promozione sociale in favore delle antiche e nuove povertà. Carissimi Padri della Missione, aiutateci a stare accanto ai poveri!

MISIT ME: Lo Spirito del Signore mi ha mandato. La Grazia di lavorare per la Vigna del Signore e la Missione di Gesù partecipata a tutti i battezzati ma in modo speciale ad alcuni nell’Ordine Sacro per la Causa del Regno, non fu da subito riconosciuta e accolta dal nostro Santo. I primi anni del suo ministero presbiterale si caratterizzarono per un forte desiderio di occupare spazi di prestigio nell’ambito ecclesiastico unitamente ad una forte sete di guadagno; sono anni non facili per la Chiesa francese, e lo Spirito della mondanità, stigmatizzato tante volte oggi da Papa Francesco, sembrava ancora più allora abitare nel cuore di tanti preti, mentre ambigue figure di ecclesiastici si aggiravano tra gli intrighi della politica.

Quel contesto non aiutò San Vincenzo De’ Paoli che era diventato prete a 19 anni come tanti solo per fare carriera, e senza avere fatto veramente la scelta di Dio. Fallimenti e disavventure lo condurranno a soli 27 anni e ad 8 anni di Sacerdozio a sentirsi già un prete “finito”. Ma la Grazia di Dio lavorava nell’animo del giovane Sacerdote: le prove della vita e l’influsso di due uomini Santi lo aiutarono ad intraprendere un vero cammino di conversione. Il 1617 fu davvero per lui un anno di Grazia, i poveri vennero visti come un vero e proprio “luogo teologico” in cui incontrare il Signore che viene a salvarci. Si compiva dunque anche per lui la Parola ascoltata questa sera: “Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti, ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti”. San Vincenzo capì che solo uomini che avessero davvero fatto la scelta di Dio avrebbero potuto dedicarsi alla causa del Vangelo e al servizio dei poveri. Carissimi Padri, aiutateci nella formazione permanente del Clero, rendetevi disponibili per la confessione e direzione spirituale dei nostri presbiteri. La vostra presenza tra noi possa essere il seme fecondo per la rinascita del nostro popolo, per il rinnovamento ecclesiale e di noi Sacerdoti chiamati ad essere pastori credibili del nostro gregge”.

Al termine della Celebrazione il saluto e il ringraziamento del Padre Provinciale dei Vincenziani, Padre Giuseppe Guerra: “Fin dall’inizio di questa solenne celebrazione lei ha espresso il suo ringraziamento a tutti noi e ai missionari di San Vincenzo per aver accolto il suo invito. Ora sentiamo noi il bisogno di ringraziare lei. Nelle sue parole noi abbiamo visto la passione per San Vincenzo De’ Paoli, la stima per il carisma vincenziano e la sua fiducia verso di noi. Poiché lei ci ha provocato col suo invito non potevamo rispondere con impegno. Ci sentiamo circondati dalla preghiera della Chiesa di Ischia e chiediamo ancora una volta la sua benedizione rinnovandole la promessa del nostro impegno”.

Ai Padri Vincenziani viene affidata nella nostra Diocesi in modo particolare l’evangelizzazione, la formazione permanente del Clero e la Caritas a servizio dei poveri. A tutta la nostra Chiesa è affidato ora il compito di pregare affinchè l’opera e la presenza dei Padri Vincenziani tra noi porti quei frutti che Dio desidera per il bene di ciascuno di noi.

di Francesco Schiano, su Kaire n. 40 del 04/10/14