Ecc.za Rev.ma, amati fratelli nel sacerdozio, carissime Autorità civili, cari fratelli e sorelle, il cuore questa sera è un tripudio di gioia, un tripudio di festa. A dieci anni dal meeting degli amici di San Leonardo durante il quale fu donato dalla Confraternita di San Leonardo in Francia uno zucchetto che era stato poggiato sul cranio di San Leonardo, questa sera la nostra comunità parrocchiale in modo speciale è convocata tutta per accogliere i resti mortali del suo Protettore. È per noi un grande onore Ecc.za avervi qui in mezzo a noi per ben due volte durante la festa; la prima in questa occasione nella quale incontrerete anche i ragazzi che si sono preparati a ricevere il Sacramento della Confermazione e la seconda giorno 6 per la Solennità del nostro Protettore. Ne siamo onorati! È un momento di gioia perché ancora una volta il Signore ci ispira fiducia che non siamo soli e abbandonati; il Signore è accanto a ciascuno di noi, il Signore è qui e ci suggerisce di non aver paura di avere coraggio in ogni nostro passo, in ogni nostro tempo. Chi abbiamo accolto questa sera? Ecc.za Rev.ma chi ci avete donato? Solo i resti mortali del nostro Protettore? No! Ma attraverso di essi ci consegnate un grande messaggio, una grande missione;

Il primo messaggio che scrutiamo nelle reliquie di S. Leonardo è un messaggio di gioia. Nell’Evangelii Gaudium si legge: “La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia”. Queste parole di Papa Francesco sono il programma di vita di ogni cristiano. In esse ritroviamo il volto bellissimo del nostro Protettore S. Leonardo. Egli è l’uomo della gioia, della vera gioia. In Cristo S. Leonardo ha saputo scoprire la ricetta della felicità, la ricetta della gioia. È uomo della gioia perché uomo libero dalle cose e dagli affetti terreni; è uomo della gioia perché libero e liberante dai legacci del peccato e dai ceppi della schiavitù; è l’uomo della gioia perché il suo cuore è sempre stato riempito della presenza di Cristo. In lui vogliamo ritrovarci e ritrovare la gioia di respirare Cristo e da lui vogliamo ripartire come cristiani e come comunità parrocchiale.

Il secondo messaggio è un messaggio ecclesiale. Carissima comunità guardate il dono che ha fatto il Signore per voi che è S. Leonardo. Egli è l’immagine di come deve essere la nostra comunità parrocchiale. Quando i nostri padri di veneranda età cercavano un segno, quando le mani delle donne filavano e quelle degli uomini lavoravano i campi, quando le nostre terre biondeggiavano per l’uva il grano e in essa si spandeva il profumo della vita che nasceva, della meraviglia nel poter vedere i frutti del lavoro quotidiano, quando la nostra gente sentiva il peso della fatica delle difficoltà, dell’indigenza, della povertà, dei legacci che stringono il cuore e non ti fanno essere più felice, allora i nostri padri si sono chiesti: Chi avrebbe potuto accogliere tutte queste richieste? Chi sarebbe stato accanto alle esigenze di questo popolo? Chi avrebbe confortato le loro difficoltà? Un martire? Un religioso? Ecco che i nostri antichi padri hanno scelto San Leonardo, un santo che ha dato sapore alla sua vita scegliendo il lavoro semplice ed umile, scegliendo la vita con semplicità ed essenzialità, un santo che sciogliesse i legacci del cuore e affiancasse i bisogni materiali e spirituali. Ricordiamo le sue parole questa sera: “Lavorate fedelmente per provvedere onestamente al sostentamento e per fare elemosina ai bisognosi e ai pellegrini che passavano di qua diretti o di ritorno dai vari santuari. L’uomo deve lavorare! E’ una legge universale del Creatore, il lavoro! Ha lavorato Gesù che ha santificato il lavoro, hanno lavorato i Santi che con il loro lavoro si sono santificati. Lavoriamo dunque anche noi, ci miglioreremo, ci santificheremo”. E ancora: “Bisogna lavorare per aiutare il prossimo, dovere di carità cristiana e solidarietà umana”.

Si hanno scelto lui. E nel dono che ci avete fatto Ecc.za noi contempliamo il modello della nostra chiesa, il capolavoro dello Spirito, la pietra che il Signore ci ha affidato e che ci impegna ad essere come lui.

Il terzo messaggio che possiamo cogliere è un programma di vita. Il nostro Protettore si chiama Leonardo. La sua etimologia richiama due figure e due elementi biblici di grande portata: il leone e il nardo. Il leone è segno di Cristo, esprime la sua regalità ma esprime la fortezza del professare la fede, la fortezza di portare il Vangelo con forza ed impegno; la figura del leone ci richiama la regalità di Cristo, la forza della sua regalità è l’amore, la carità. Gesù è chiamato nella Bibbia il leone della tribù di Giuda; Cristo è il leone perché è il re; Cristo è leone perché forte contro il male. Il leone ci richiama anche il segno dell’immortalità e Cristo è immortale. Noi con il Battesimo siamo chiamati a regnare con Gesù siamo partecipi della sua regalità che deve esercitarsi nella carità. Il nardo è il profumo dell’olio con cui venivano sparsi i corpi dei re. Ricordiamoci che anche Gesù è stato cosparso con il nardo alla sepoltura. Il nardo richiama al profumo dei morti e quindi dell’immortalità, il profumo dei re, il profumo di Cristo che riceviamo con il santo Crisma. E questo ci impegna ad essere il profumo di Cristo come lo è stato San Leonardo

Cari fratelli e sorelle custodiamo allora i suoi resti mortali.

Custodire significa assumersi un impegno come comunità parrocchiale; custodire significa tenere sempre nel cuore quello che il Signore ha fatto per noi; custodire significa rendere attuale ed efficace il messaggio di San Leonardo nella nostra vita; custodire significa impegnarci a vivere la nostra fede e a portare il profumo di Cristo soprattutto nelle periferie della nostra comunità parrocchiale; custodire significa assumere l’impegno a vivere la vita buona del Vangelo con uno stile nuovo, rinnovato come il Papa ci sta mostrando attraverso la sua enciclica dei gesti; infine custodire significa affidare a voi la perla preziosa del nostro Santo Protettore, perché da lui possiate ricevere non soltanto la preghiera per ottenere grazie, ma possiate ricevere in dono le sue virtù, il suo esempio, il suo insegnamento; nello stare “in compagnia” con Lui possiate scoprire la soavità e la ricchezza della sua parole e lui possa benedirvi con le sue stesse parole: “Servite Iddio negli uomini e gli uomini in Dio, nella preghiera con le opere di carità cristiane e di apostolato”.

E tu San Leonardo, dolce e pio, così cantiamo a voi ogni sera, protettore e nostro avvocato pregate Dio che ci liberi dal peccato, dalla fame, dalla peste e dalla guerra e da ogni infermità, liberateci; noi ci sentiamo benedetti e onorati di avervi come nostro protettore; accompagnateci nel cammino di questa comunità parrocchiale a raggiungere con il vostro esempio la vetta della Santità. Amen!

di Don Cristian Solmonese