PIETRO LAGNESE

per grazia di Dio e della Sede Apostolica

Vescovo di Ischia

NOTIFICAZIONE

Ai presbiteri, diaconi, consacrati e fedeli laici

per il Giubileo Straordinario della Misericordia

Grazia, misericordia e pace siano con voi

da parte di Dio Padre e da parte di Gesù Cristo, Figlio del Padre,

nella verità e nell’amore. (cfr. 2 Gv 1,3)

 

  1. «Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre. Il mistero della fede cristiana sembra trovare in questa parola la sua sintesi. (…) Gesù di Nazareth con la sua parola, con i suoi gesti e con tutta la sua persona rivela la misericordia di Dio. Abbiamo sempre bisogno di contemplare il mistero della misericordia. È fonte di gioia, di serenità e di pace. È condizione della nostra salvezza. Misericordia: è la parola che rivela il mistero della SS. Trinità. Misericordia: è l’atto ultimo e supremo con il quale Dio ci viene incontro. Misericordia: è la legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona quando guarda con occhi sinceri il fratello che incontra nel cammino della vita. Misericordia: è la via che unisce Dio e l’uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre nonostante il limite del nostro peccato. Ci sono momenti [però] nei quali in modo ancora più forte siamo chiamati a tenere fisso lo sguardo sulla misericordia per diventare noi stessi segno efficace dell’agire del Padre. È per questo che ho indetto un Giubileo Straordinario della Misericordiacome tempo favorevole per la Chiesa, perché renda più forte ed efficace la testimonianza dei credenti» (Misericordiae Vultus, 1-3).
  2. «La celebrazione dell’Anno Santo sia per tutti i credenti un vero momento di incontro con la misericordia di Dio. È mio desiderio, infatti, che il Giubileo sia esperienza viva della vicinanza del Padre, quasi a voler toccare con mano la sua tenerezza, perché la fede di ogni credente si rinvigorisca e così la testimonianza diventi sempre più efficace» (Lettera di Papa Francesco a mons. R. Fisichella, 1 settembre 2015).
  3. La Chiesa di Dio che vive in Ischia, aderendo con intensa gioia spirituale all’ispirazione del Santo Padre Francesco, accoglie con animo grato e disponibile il dono del Giubileo Straordinario della Misericordia, riconoscendo in esso una grande occasione per tutti i suoi figli per sperimentare l’Amore misericordioso del Padre di cui Gesù̀ di Nazareth si è fatto icona visibile e concreta soprattutto nel segno dell’Amore crocifisso, Amore incondizionato e universale. In Cristo, Misericordiae Vultus, il Padre ci viene incontro per farci dono del Suo sguardo di salvezza e ci chiama a diventare misericordiosi come Lui, misericordes sicut Pater.
  4. «Con lo sguardo fisso su Gesù e il suo volto misericordioso possiamo cogliere l’amore della SS. Trinità. La missione che Gesù ha ricevuto dal Padre è stata quella di rivelare il mistero dell’amore divino nella sua pienezza. «Dio è amore» (1 Gv4,8.16), afferma per la prima e unica volta in tutta la Sacra Scrittura l’evangelista Giovanni. Questo amore è ormai reso visibile e tangibile in tutta la vita di Gesù. La sua persona non è altro che amore, un amore che si dona gratuitamente. Le sue relazioni con le persone che lo accostano manifestano qualcosa di unico e di irripetibile. I segni che compie, soprattutto nei confronti dei peccatori, delle persone povere, escluse, malate e sofferenti, sono all’insegna della misericordia. Tutto in Lui parla di misericordia. Nulla in Lui è privo di compassione. (…) Ciò che muoveva Gesù in tutte le circostanze non era altro che la misericordia, con la quale leggeva nel cuore dei suoi interlocutori e rispondeva al loro bisogno più vero» (MV 8).
  5. Nel Discorso per l’inizio del nuovo Anno Pastorale 2015-2016 del 21 settembre scorso “Nella Chiesa, sguardo di Cristo” ho proposto a tutta la diocesi l’icona biblica della chiamata di Matteo (cfr. Mt 9, 9-13). Scrive Papa Francesco: «Anche la vocazione di Matteo è inserita nell’orizzonte della misericordia. Passando dinanzi al banco delle imposte gli occhi di Gesù fissarono quelli di Matteo. Era uno sguardo carico di misericordia che perdonava i peccati di quell’uomo e, vincendo le resistenze degli altri discepoli, scelse lui, il peccatore e pubblicano, per diventare uno dei Dodici. San Beda il Venerabile, commentando questa scena del Vangelo, ha scritto che Gesù guardò Matteo con amore misericordioso e lo scelse: miserando atque eligendo. Mi ha sempre impressionato questa espressione, tanto da farla diventare il mio motto» (ibidem). A partire da queste parole, in quel Discorso così dicevo: «Questo sguardo di Gesù deve essere, però, anche lo sguardo della Chiesa! Anzi la Chiesa è lo sguardo di Gesù! Lo sguardo di Gesù che vede l’uomo!».
  6. Questa verità di sempre la Chiesa l’ha riscoperta in modo particolare grazie al Concilio Ecumenico Vaticano II. «Il Concilio segnò infatti per la Chiesa la consapevolezza che un nuovo sguardo essa doveva assumere verso il mondo!» (Discorso per l’inizio del nuovo Anno Pastorale 2015-2016). «La Chiesa sentiva – dice il papa – la responsabilità di essere nel mondo il segno vivo dell’amore del Padre» (MV 4). La scelta di Papa Francesco di indire un Giubileo della Misericordia nel cinquantesimo anniversario della conclusione del Concilio è un chiaro segnale della volontà di mantenere vivo quell’evento e di proseguire nella sua realizzazione (cfr. ibidem). Aprendo la Porta Santa il prossimo 8 dicembre, il Papa vuole richiamare a tutta la Chiesa che il Padre, attraverso lo Spirito, la chiama ad uscire – secondo lo Spirito del Concilio Vaticano II – per essere, per tutti gli uomini e donne che incontra, strumento di misericordia e di salvezza.
  7. Mentre invito a prendere in considerazione le indicazioni pastorali per l’Anno Giubilare espresse nel richiamato Discorso, in merito al Giubileo Straordinario della Misericordia, desidero specificare quanto segue:

Apertura della Porta della Misericordia

  1. «L’Anno Santo si aprirà l’8 dicembre 2015, solennità dell’Immacolata Concezione. (…) Sarà in questa occasione una Porta della Misericordia, dove chiunque entrerà potrà sperimentare l’amore di Dio che consola, che perdona e dona speranza. La domenica successiva, la Terza di Avvento, si aprirà la Porta Santa nella Cattedrale di Roma, la Basilica di San Giovanni in Laterano. Successivamente, si aprirà la Porta Santa nelle altre Basiliche Papali. Nella stessa domenica stabilisco che in ogni Chiesa particolare, nella Cattedrale che è la Chiesa Madre per tutti i fedeli, oppure nella Concattedrale o in una chiesa di speciale significato, si apra per tutto l’Anno Santo una uguale Porta della Misericordia» (MV 3).
  2. Nella Diocesi di Ischia l’Anno Straordinario della Misericordia si aprirà nella Chiesa Cattedrale, unica chiesa giubilare, sabato 12 dicembre 2015 alle ore 18.00, nei Primi Vespri della III Domenica di Avvento. La Liturgia avrà inizio alle ore 17.00 nella Chiesa di Gesù Buon Pastore in Ischia e proseguirà con il pellegrinaggio verso la Chiesa Cattedrale dove seguirà il Rito di Apertura della Porta della Misericordia e la Celebrazione della Santa Messa. Alla liturgia di apertura dell’Anno Santo da me presieduta è chiamato a partecipare l’intero popolo di Dio: presbiteri, diaconi, religiosi, religiose, laici.
  3. Per tale straordinario evento ecclesiale, al fine di favorire la partecipazione di tutti, dispongo che in quella giornata sia sospesa la celebrazione di ogni Santa Messa pomeridiana e serale nell’intero territorio diocesano.

Per annunciare all’Isola l’inizio dell’Anno della Misericordia, alle ore 16,00 di quello stesso giorno, in segno di giubilo, le campane di tutte le chiese suoneranno a festa.

  1. A partire dal 12 dicembre p.v. e per tutto l’Anno Giubilare ogni giorno, sia personalmente sia comunitariamente, siamo chiamati a recitare la Preghiera del Papa per l’Anno Santo. Nella S. Messa di ogni giorno la preghiera si reciterà prima della benedizione finale.

Il significato dell’Indulgenza plenaria

  1. La Chiesa vive la comunione dei Santi. Così la Madre Chiesa è capace con la sua preghiera e la sua vita di venire incontro alla debolezza di alcuni con la santità̀ di altri. «Il Giubileo porta con sé anche il riferimento all’indulgenza. Nell’Anno Santo della Misericordia essa acquista un rilievo particolare. Il perdono di Dio per i nostri peccati non conosce confini. Nella morte e risurrezione di Gesù Cristo, Dio rende evidente questo suo amore che giunge fino a distruggere il peccato degli uomini. Lasciarsi riconciliare con Dio è possibile attraverso il mistero pasquale e la mediazione della Chiesa. Dio quindi è sempre disponibile al perdono e non si stanca mai di offrirlo in maniera sempre nuova e inaspettata. Noi tutti, tuttavia, facciamo esperienza del peccato. Sappiamo di essere chiamati alla perfezione (cfr. Mt5,48), ma sentiamo forte il peso del peccato. Mentre percepiamo la potenza della grazia che ci trasforma, sperimentiamo anche la forza del peccato che ci condiziona.
  2. Nonostante il perdono, nella nostra vita portiamo le contraddizioni che sono la conseguenza dei nostri peccati. Nel sacramento della Riconciliazione Dio perdona i peccati, che sono davvero cancellati; eppure, l’impronta negativa che i peccati hanno lasciato nei nostri comportamenti e nei nostri pensieri rimane. La misericordia di Dio però è più forte anche di questo. Essa diventa indulgenzadel Padre che attraverso la Sposa di Cristo raggiunge il peccatore perdonato e lo libera da ogni residuo della conseguenza del peccato, abilitandolo ad agire con carità, a crescere nell’amore piuttosto che ricadere nel peccato» (MV 22).

Condizioni richieste per l’Indulgenza plenaria

  1. Le condizioni richieste dalla Chiesa per partecipare alla grazia dell’Indulgenza intendono preparare nei fedeli le migliori disposizioni spirituali perché́ tale pratica sia veramente fruttuosa per una sincera conversione. Afferma il Santo Padre: «Per vivere e ottenere l’indulgenza i fedeli sono chiamati a compiere un breve pellegrinaggio verso la Porta Santa (…) come segno del desiderio profondo di vera conversione. È importante che questo momento sia unito, anzitutto, al Sacramento della Riconciliazione e alla celebrazione della santa Eucaristia con una riflessione sulla misericordia. Sarà necessario accompagnare queste celebrazioni con la professione di fede e con la preghiera per me e per le intenzioni che porto nel cuore per il bene della Chiesa e del mondo intero» (Lettera di Papa Francesco a mons. R. Fisichella, 1 settembre 2015).

 

Indulgenza per gli ammalati, anziani, e persone impedite

  1. Gli ammalati e le persone anziane e sole e quanti per diversi motivi saranno impossibilitati a recarsi alla Porta Santa, – ricevendo la comunione o partecipando alla santa Messa e alla preghiera comunitaria, anche attraverso i vari mezzi di comunicazione – potranno ottenere l’indulgenza giubilare e così vivere con fede e gioiosa speranza la loro situazione di prova (cfr. Lettera di Papa Francesco a mons. R. Fisichella, 1 settembre 2015).

Indulgenza plenaria per i Defunti

  1. «L’indulgenza giubilare, infine, può̀ essere ottenuta anche per quanti sono defunti. A loro siamo legati per la testimonianza di fede e carità̀ che ci hanno lasciato. Come li ricordiamo nella celebrazione eucaristica, così possiamo, nel grande mistero della comunione dei Santi, pregare per loro, perché́ il volto misericordioso del Padre li liberi da ogni residuo di colpa e possa stringerli a sé nella beatitudine che non ha fine» (cfr. Lettera di Papa Francesco a mons. R. Fisichella, 1 settembre 2015).

Assoluzione dal peccato di aborto

  1. Il Santo Padre Francesco, per l’Anno Giubilare, nonostante qualsiasi cosa in contrario, ha deciso di concedere a tutti i sacerdoti la facoltà di assolvere dal peccato di aborto quanti lo hanno procurato e pentiti di cuore ne chiedono il perdono (cfr. Lettera di Papa Francesco a mons. R. Fisichella, 1 settembre 2015). «I sacerdoti si preparino a questo grande compito sapendo coniugare parole di genuina accoglienza con una riflessione che aiuti a comprendere il peccato commesso, e indicare un percorso di conversione autentica per giungere a cogliere il vero e generoso perdono del Padre che tutto rinnova con la sua presenza» (Lettera di Papa Francesco a mons. R. Fisichella, 1 settembre 2015).

Le opere di misericordia corporali e spirituali

  1. «In questo Anno Santo, potremo fare l’esperienza di aprire il cuore a quanti vivono nelle più disparate periferie esistenziali, che spesso il mondo moderno crea in maniera drammatica. Quante situazioni di precarietà e sofferenza sono presenti nel mondo di oggi! Quante ferite sono impresse nella carne di tanti che non hanno più voce perché il loro grido si è affievolito e spento a causa dell’indifferenza dei popoli ricchi. In questo Giubileo ancora di più la Chiesa sarà chiamata a curare queste ferite, a lenirle con l’olio della consolazione, fasciarle con la misericordia e curarle con la solidarietà e l’attenzione dovuta. (…) Apriamo i nostri occhi per guardare le miserie del mondo, le ferite di tanti fratelli e sorelle privati della dignità, e sentiamoci provocati ad ascoltare il loro grido di aiuto. Le nostre mani stringano le loro mani, e tiriamoli a noi perché sentano il calore della nostra presenza, dell’amicizia e della fraternità. Che il loro grido diventi il nostro e insieme possiamo spezzare la barriera di indifferenza che spesso regna sovrana per nascondere l’ipocrisia e l’egoismo» (MV 15).
  2. È vivo desiderio del Santo Padre che il popolo cristiano durante il Giubileo rifletta sulle opere di misericordiacorporale e spirituale (cfr. MV 15). «Sarà un modo per risvegliare la nostra coscienza spesso assopita davanti al dramma della povertà e per entrare sempre di più nel cuore del Vangelo, dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina. La predicazione di Gesù ci presenta queste opere di misericordia perché possiamo capire se viviamo o no come suoi discepoli» (MV 15).
  3. «Ogni volta che un fedele vivrà una o più di queste opere in prima persona otterrà certamente l’indulgenza giubilare» (Lettera di Papa Francesco a mons. R. Fisichella, 1 settembre 2015). Come comunità diocesana approfondiremo le opere di misericordia corporali e spirituali con le 14 catechesi tenute in Cattedrale da testimoni del nostro tempo. Ogni catechesi sarà accompagnata da un’apposita scheda al fine di favorire a livello personale, familiare e comunitario, un momento di riflessione e di verifica della qualità della nostra vita cristiana.

Le opere-segno

  1. Durante l’Anno Santo s’intensifichino gesti di carità in favore dei più poveri e si promuovano incontri di condivisione e momenti di servizio verso quanti vivono situazioni di precarietà e di disagio, raggiungendoli nella solitudine delle loro dimore, nell’ospedale, nelle case per anziani, disabili e minori in difficoltà.
  2. In questo Giubileo è mio vivo desiderio che si dia particolare attenzione alla funzione educativa della Caritas diocesana e delle Caritas parrocchiali attraverso la costituzione di centri di ascolto e autentiche iniziative di solidarietà. Si conosca e si sostenga in particolare l’esperienza del “Centro di Prima accoglienza Giovanni Paolo II” di Forio, favorendo un effettivo coinvolgimento delle comunità e l’offerta di un concreto servizio di volontariato, affinché a partire da questa opera cresca nella nostra Chiesa di Ischia la cultura della carità. Sia potenziata anche l’opera del Consultorio familiare diocesano.
  3. Così come espressamente chiestoci dal Santo Padre, anche la nostra Chiesa come tante altre diocesi italiane, per venire incontro ai bisogni dei tanti profughi ed immigrati, mette a disposizione le proprie strutture diocesane; in particolare saranno due le abitazioni destinate alla loro accoglienza. Altra opera segno di quest’Anno Giubilare sarà realizzata in favore del recupero di persone che vivono in situazioni di dipendenza. Per loro nascerà un centro di ascolto e una comunità residenziale che ho affidato alla Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi.
  4. Resta inteso che la grazia dell’indulgenza legata al compimento di una o più̀ opere di misericordia richiede sempre il soddisfacimento anche delle altre condizioni richiamate al n. 14 di questa Notificazione.

Il pellegrinaggio giubilare

  1. «Il pellegrinaggioè un segno peculiare nell’Anno Santo, perché è icona del cammino che ogni persona compie nella sua esistenza. La vita è un pellegrinaggio e l’essere umano è viator, un pellegrino che percorre una strada fino alla meta agognata. Anche per raggiungere la Porta Santa a Roma e in ogni altro luogo, ognuno dovrà compiere, secondo le proprie forze, un pellegrinaggio. Esso sarà un segno del fatto che anche la misericordia è una meta da raggiungere e che richiede impegno e sacrificio. Il pellegrinaggio, quindi, sia stimolo alla conversione: attraversando la Porta Santa ci lasceremo abbracciare dalla misericordia di Dio e ci impegneremo ad essere misericordiosi con gli altri come il Padre lo è con noi. Il Signore Gesù indica le tappe del pellegrinaggio attraverso cui è possibile raggiungere questa meta: “Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio” (Lc 6,37-38)» (MV 14).
  2. Durante la celebrazione dell’Anno Giubilare avremo la possibilità di vivere diverse esperienze di pellegrinaggio. Vivremo innanzitutto il pellegrinaggio diocesano a Roma il 16 marzo 2016. Come Chiesa di Ischia parteciperemo all’Udienza Generale di Papa Francesco e, insieme, dopo aver attraversato la Porta della Misericordia della Basilica di San Pietro, celebreremo la Santa Eucaristia all’altare della Cattedra. Ci saranno inoltre i pellegrinaggi alla Chiesa Cattedrale. Ad essa volgeranno le 25 parrocchie della diocesi! Ogni comunità parrocchiale vivrà il proprio pellegrinaggio. In Cattedrale, accolta dal vescovo, nell’Eucarestia da lui presieduta, celebrerà la Misericordia di Dio!
  3. In particolare, il pellegrinaggio richiesto verso la Porta Santa si potrà svolgere partendo dal Chiesa conventuale di S. Antonio in Ischia, per poi raggiungere in preghiera la Chiesa giubilare della Cattedrale. I singoli fedeli prima di portarsi nella Chiesa Giubilare potranno sostituire o aggiungere al cammino processionale tradizionale un pellegrinaggio ai “santuari della sofferenza”, dove incontrare e servire Cristo, nella consapevolezza che dove c’è un povero, un anziano, un malato, una persona piagata nel corpo e nello spirito lì c’è presenza reale di Gesù Cristo (cfr. Mt 25,31-46). I poveri e i sofferenti sono, infatti, sacramento del Signore!

La Chiesa Cattedrale

  1. Durante tutto il tempo del Giubileo della Misericordia la nostra Chiesa Cattedrale, unica Chiesa Giubilare della diocesi, dovrà diventare – dicevo nel summenzionato Discorso per l’inizio dell’Anno Pastorale – «un vero santuario diocesano, un santuario della misericordia, dove sperimentare il dono dell’abbraccio del Padre e la grazia dell’indulgenza plenaria».
  2. «Per essere capaci di misericordia, – ci ricorda il papa – dobbiamo in primo luogo porci in ascolto della Parola di Dio. Ciò significa recuperare il valore del silenzio per meditare la Parola che ci viene rivolta. [Solo] In questo modo è possibile contemplare la misericordia di Dio e assumerlo come proprio stile di vita» (MV 13).

In particolare siamo invitati in quest’Anno a riscoprire il valore della preghiera, dell’Eucaristia e dell’Adorazione e a ridare la giusta importanza al Sacramento della Riconciliazione, per permettere a tanti di toccare con mano la grandezza della Misericordia di Dio.

Quanti si porteranno nella Chiesa Cattedrale dovranno sperimentare il senso di una Chiesa che, quale madre accogliente, vuole aiutare i suoi figli a vivere un vero di incontro con Dio che, nel Suo Figlio, viene a parlarci, a perdonarci, a rialzarci, in una parola, a salvarci!

  1. Perché ciò concretamente si realizzi ho chiesto alla Parrocchia di S. Maria Assunta nel Santuario Diocesano di San Giovan Giuseppe della Croce, nel cui territorio è situata la Madre di tutte le chiese della diocesi, che per tutto l’Anno della Misericordia abiti la Chiesa Cattedrale per svolgere in essa il servizio dell’accoglienza e dell’animazione.

Durante l’Anno, la parrocchia avrà cura di accogliere e servire i pellegrini che verranno singolarmente o in gruppo, animare la preghiera, in particolare l’Adorazione Eucaristica, curare le celebrazioni (la Liturgia delle Ore, l’Eucarestia, le liturgie della Parola e penitenziali), offrendo loro la testimonianza di una carità concreta che permetta a tutti di gustare la tenerezza dell’abbraccio di Dio e la bellezza di stare nella Chiesa, casa accogliente, e la gioia di andare, a loro volta, per annunciare il Vangelo della Misericordia.

Nell’Anno della Misericordia, la Chiesa Cattedrale sarà aperta per l’intera giornata al fine di favorire l’Adorazione Eucaristica permanente e la possibilità di accostarsi al Sacramento della Riconciliazione.

Il Tempo della Quaresima

  1. «La Quaresima di questo Anno Giubilare sia vissuta più intensamente come momento forte per celebrare e sperimentare la misericordia di Dio» (MV 17). In questo Tempo sia riscoperta innanzitutto l’importanza dell’ascolto della Parola di Dio. «Quante pagine della Sacra Scrittura possono essere meditate nelle settimane della Quaresima per riscoprire il volto misericordioso del Padre!» (ibidem).

È desiderio del Santo Padre che l’iniziativa “24 ore per il Signore”, da celebrarsi nel venerdì e sabato che precedono la IV Domenica di Quaresima, sia incrementata nelle diocesi. «Tante persone si stanno riavvicinando al sacramento della Riconciliazione e tra questi molti giovani, che in tale esperienza ritrovano spesso il cammino per ritornare al Signore, per vivere un momento di intensa preghiera e riscoprire il senso della propria vita. Poniamo di nuovo al centro con convinzione il sacramento della Riconciliazione, perché permette di toccare con mano la grandezza della misericordia. Sarà per ogni penitente fonte di vera pace interiore» (ibidem). Nella nostra diocesi si celebrerà nella Chiesa Cattedrale pertanto il 4 e 5 marzo 2016. Negli altri decanati sarà invece anticipata al 3 e 4 marzo 2016.

  1. In special modo in Quaresima e durante tutto l’Anno della Misericordia, i presbiteri si dedichino con generosità al Sacramento della Riconciliazione. Non solo nella Chiesa Cattedrale ma in ogni parrocchia sia data a tutti, anche attraverso liturgie penitenziali, la possibilità di ricevere la grazia del perdono, Anzi «i Pastori, specialmente durante il tempo forte della Quaresima, siano solleciti nel richiamare i fedeli ad accostarsi «al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia (Eb4,16)» (MV 18).

La Missione diocesana

  1. Accogliendo l’invito del Santo Padre che chiede che si organizzino nelle Diocesi delle “missioni al popolo”, ho la gioia di annunciare che in questo Anno della Misericordia si celebrerà nella nostra diocesi una Missione diocesana. Si terrà a conclusione dell’Anno della Misericordia, dal 4 al 13 novembre 2016 e coinvolgerà l’intero territorio diocesano. Ad animarla saranno i Frati Minori della Provincia umbra. Oltre alla presenza di numerosi frati minori, la missione vedrà coinvolti in qualità di missionari anche diverse religiose, coppie di sposi e giovani. La Missione mentre offrirà a tutta la Chiesa di Ischia l’opportunità di riascoltare l’annuncio della Misericordia di Dio, si rivolge soprattutto a quanti si sono di fatto allontanati dalla fede o non hanno ancora ricevuto l’annuncio liberante del Vangelo. Ad essi la Chiesa, come madre premurosa, tende la mano perché vivano una conversione che faccia nascere o «restituisca loro la gioia della fede e il desiderio di impegnarsi con il Vangelo» (Evangelii Gaudium, 14).

La conclusione dell’Anno della Misericordia

  1. Nella nostra diocesi, come in tutto il mondo, il Giubileo Straordinario della Misericordia, si concluderà nella domenica precedente la solennità̀ liturgica di Gesù Cristo Signore dell’universo, «in quel giorno, chiudendo la Porta Santa avremo anzitutto sentimenti di gratitudine e di ringraziamento verso la SS. Trinità per averci concesso questo tempo straordinario di grazia» (MV 5).

Il 20 novembre 2016 l’Anno giubilare si concluderà per la Chiesa universale.

Affidandoci a Maria, Mater Misericordiae, viviamo la gioia dell’Anno Giubilare: «la dolcezza del suo sguardo ci accompagni in questo Anno Santo, perché tutti possiamo riscoprire la gioia della tenerezza di Dio» (MV 24).

I nostri Santi patroni intercedano per noi.

A laude della SS. Trinità.

Ischia, dalla Sede Vescovile, addì 6 dicembre 2015

II Domenica di Avvento.

+ Pietro Lagnese
Vescovo di Ischia

 

Sac. Gaetano Pugliese

Cancelliere vescovile