“Ricevi il vassoio con il pane per la celebrazione dell’Eucaristia, e la tua vita sia degna del servizio alla mensa del Signore e della Chiesa”: con queste parole tratte dal rito per l’istituzione degli accoliti, domenica 8 febbraio mons. Pietro Lagnese nella Chiesa parrocchiale dello Spirito Santo in Ischia Ponte ha consegnato nelle mani del seminarista Carlo Pietro Mazzella la patena con il pane da consacrare, poco dopo averlo istituito accolito. Con il ministero dell’accolitato Carlo si avvicina ancora di più al giorno della sua ordinazione diaconale prima e presbiterale poi e si immerge dunque in un tempo di Grazia nel quale vivrà una sempre maggiore vicinanza con Gesù fattosi nostro cibo nel pane eucaristico. “La parola del Vangelo che abbiamo ascoltato questa sera – ha affermato Lagnese nell’omelia – ci presenta quella che gli studiosi chiamano la giornata “tipo” di Gesù. Dal Vangelo scorgiamo che fondamentalmente Gesù faceva sempre 3 cose: pregare, annunciare, curare. 3 dimensioni, 3 aspetti della vita del Signore e della vita della Chiesa che tutti siamo chiamati a vivere.

Questa sera Carlo viene istituito accolito e attraverso il conferimento di questo ministero egli viene riconosciuto dalla Chiesa idoneo per svolgere questo servizio: rendere presente Gesù nel servizio legato in modo particolare all’Eucarestia; è un ministero che per Carlo ha un significato tutto particolare perché rappresenta una modalità che la Chiesa gli consegna per avvicinarsi sempre di più al ministero del presbiterato al quale il Signore lo ha chiamato. Questo ministero dell’accolitato lo avvicina all’Eucarestia e alla Chiesa che sono due realtà non disgiunte ma che formano un unico mistero: guai a noi se separiamo l’Eucarestia dalla Chiesa! Dove c’è l’Eucarestia lì nasce la Chiesa e senza la Chiesa non c’è Eucarestia. E questo significa che il suo servizio all’altare è un servizio che lo chiama sì a prendere parte all’Eucarestia e a stare a fianco al Sacerdote che presiede i divini misteri ma anche ad una più profonda comunione con la Chiesa. Carlo si avvicina ancora di più al corpo di Cristo: con questo ministero potrà prendere tra le mani l’Eucarestia e distribuirla ai fratelli, potrà portarla agli infermi, potrà purificare i vasi sacri ed esporla per la pubblica adorazione, ma questo ministero è importante perché abilita Carlo non tanto a fare delle cose e a porre dei gesti o ad offrire servizi liturgici ma lo chiama ad entrare sempre più nel mistero profondo di Cristo e della Chiesa. Per questo noi stasera vogliamo pregare per lui perché il Signore gli doni di vivere in pienezza questo ministero che gli viene conferito per rendere visibile questa dimensione del servizio legato all’Eucarestia e la Chiesa e anche perché sia sempre più conformato a Gesù che offre la sua vita per noi, che si dona e si spezza per noi come nel segno del Pane Eucaristico. Preghiamo per Carlo perché nell’intimità sempre più profonda con il Signore possa consegnargli le sofferenze, le gioie e le speranze di quanti incontrerà sul suo cammino. L’Eucarestia ci deve abilitare tutti a diventare uno con coloro che sono nella sofferenza e nel dolore sapendo andare dove il Signore ci manda e ci chiama.

Essenziale ma nello stesso tempo denso di significati il momento dell’istituzione di Carlo ad accolito, con il Vescovo che, dopo la parte introduttiva del rito, ha invitato l’assemblea alla preghiera e ha benedetto il nuovo accolito, perché “assiduo nel servizio dell’altare, distribuisca fedelmente il Pane della Vita ai suoi fratelli e cresca continuamente nella fede e nella carità”, infine la consegna della patena con il pane da consacrare, come segno di questa intimità ancora più profonda con il Pane della vita alla quale Carlo sarà chiamato da qui in poi. L’applauso dell’assemblea ha suggellato questa importante tappa nel cammino di un seminarista che è appunto l’accolitato; la Chiesa che è madre e maestra invita il candidato al sacerdozio a vivere un cammino di avvicinamento ad esso fatto di tappe e di gradualità, immergendolo con sempre maggiore ardore nel mistero eucaristico che sarà la fonte di ogni suo gesto.

Mons. Lagnese al termine ha espresso il suo ringraziamento anche a don Carlo Candido e all’intera Comunità Parrocchiale per l’affetto, l’amicizia, la vicinanza, la preghiera che stanno vivendo giorno per giorno nei confronti di Carlo.

Foto di Giovan Giuseppe Lubrano