All’On. Stefano CALDORO
Governatore della Regione Campania

Onorevole Governatore,

in qualità di vescovo di Ischia, mi rivolgo a Lei per rappresentarLe una delicata questione che da diverse settimane sta interessando l’intera comunità isolana.
Si tratta di un fatto davvero increscioso per il quale la chiesa ischitana ha sentito l’esigenza di mobilitarsi, riconoscendosi chiamata a porsi a difesa di “chi non ha voce” per portare al “centro” dell’attenzione dell’intera collettività quelle che sono, per usare l’espressione cara a Papa Francesco, vere e proprie “periferie esistenziali”.
Sono grato alla comunità cristiana dell’Isola e, in particolare, a tanti, sacerdoti e laici, per aver voluto porsi in ascolto del grido dei poveri. Sono infatti persuaso che “ogni cristiano e ogni comunità sono chiamati ad essere strumenti di Dio per la liberazione e la promozione dei poveri, in modo che essi possano integrarsi pienamente nella società” (Papa Francesco – Evangelii Gaudium, 187). Rivolgo però la mia gratitudine anche a quanti, anche se non in nome dell’ideale cristiano, si sono sentiti coinvolti nell’impegno per la difesa dei diritti della persona e hanno desiderato condividere con noi una feconda esperienza di esercizio della cittadinanza attiva che, mi è sembrato di cogliere, si vorrebbe che continuasse.
Il caso in questione è quello riguardante i degenti di salute mentale ospiti da circa diciotto anni nella Struttura Intermedia Residenziale di Villa Orizzonte in Barano.
Più volte in questo primo anno trascorso ad Ischia ho fatto loro visita e, fin dal primo momento, ho potuto constatare, con gioia, come quella di Villa Orizzonte fosse davvero “un’operazione riuscita”. Nel contesto di una comunità a dimensione familiare i malati vivono la loro situazione di disagio in maniera, tutto sommato, serena, ben integrati in un territorio nel quale essi si sentono “riconosciuti” e che essi considerano ormai come il loro ambiente naturale.
Purtroppo, però, per quei pazienti si prospetta ora un trasferimento in altra struttura, non più nel comune di Barano ma in quello di Casamicciola Terme. Precisamente gli ospiti di Villa Orizzonte dovrebbero essere trasferiti in un edificio, sito in via Nizzola, denominato “ex Hotel Stefania”, un ex albergo del tutto inidoneo a garantire la vivibilità dei degenti perché privo di spazi ed infrastrutture indispensabili alla loro vita di relazione.
Ancora una volta a pagare le conseguenze della crisi economica sembrano essere innanzitutto i poveri e tra questi coloro che sulla loro carne portano i segni di un chiaro disagio sociale.
In nome della sempre invocata spending review si compiono scelte che sembrano non tenere in debito conto i reali bisogni della persona e gli interessi concreti della gente. Attraverso tagli indiscriminati della spesa pubblica, senza stabilire un vero ordine di priorità, si tenta di arginare una crisi che, non provocando opportuni ripensamenti dei modelli di sviluppo economico e un cambiamento reale negli stili di vita degli italiani, rischia di produrre un solo sviluppo: quello del disagio sociale! La crisi economica diventa così la crisi del bene comune!
A questo modo di pensare e di fare, la Dottrina Sociale della Chiesa risponde esortando tutti, ma in modo particolare quanti hanno risorse economiche e responsabilità sociali ad attivarsi per una solidarietà disinteressata ed un ritorno dell’economia e della finanza ad un’etica in favore dell’essere umano e ci ricorda che “il denaro deve servire e non governare!”. In particolare Papa Francesco, con il suo stile franco, ci ammonisce: “La dignità di ogni persona umana e il bene comune sono questioni che dovrebbero strutturare tutta la politica economica, ma a volte sembrano appendici aggiunte dall’esterno per completare un discorso politico senza prospettive né programmi di vero sviluppo integrale” (Evangelii Gaudium, 203).
Occorre pure dire che nella nuova struttura, in dispregio a due ordinanze dell’Amministrazione comunale di Casamicciola Terme che contestavano abusi edilizi (n. 12 del 04/07/2014) e un cambio di destinazione d’uso non consentito (n. 15 del 08/07/2014), l’ASL NA2 Nord ha già provveduto a trasferire altri servizi relativi alla disabilità mentale.
Va inoltre sottolineato che il nuovo edificio individuato dall’ASL è ubicato in un’area “ad elevata suscettibilità di allagamento” come definito dal Piano di Stralcio per l’Assetto Idrogeologico dell’Autorità di Bacino di Napoli Nord Occidentale. Gli ischitani ricordano bene che proprio quella zona, il 10 Novembre 2009, a seguito di perduranti piogge, fu interessata da un movimento franoso che, purtroppo, provocò la morte della giovane Anna De Felice! La morte di quella studentessa può lascarci indifferenti? Possiamo consentire che proprio lì dove lo stato ha dichiarato persistere un rischio idrogeologico vengano accolti, dallo stesso stato, quanti sono meno capaci di attendere alla loro incolumità fisica, quali appunto coloro che sono affetti da patologie psichiatriche? Non permettiamo che le cronache della nostra isola debbano raccontare in un prossimo futuro di altre vite innocenti sacrificate a causa della negligenza degli uomini preposti a garantire la sicurezza dei cittadini!
D’altronde, anche un eventuale trasferimento degli ospiti di Villa Orizzonte sulla terraferma risulterebbe per loro chiaramente dannoso e, perciò, ritengo, anche fortemente lesivo della loro dignità. Sradicarli dal contesto isolano, quasi fossero pacchi, minerebbe gravemente il faticoso e precario equilibrio psicologico raggiunto e, di fatto, determinerebbe, con buona probabilità, la loro morte sociale.
Inoltre, la delocalizzazione del servizio contribuirebbe ad alimentare un senso di frustrazione che negli ultimi tempi abita l’animo di tanti ischitani a motivo di una crescita del disagio sociale che riguarda la nostra bella isola verde non solo per ciò che attiene al servizio sanitario pubblico ma anche per altre problematiche sociali, particolarmente importanti, quali l’ambiente, i trasporti, il lavoro e, non ultimo, l’annosa questione dell’abusivismo edilizio.
Ciò favorirebbe quel senso di sfiducia nei confronti delle istituzioni che purtroppo già interessa tanti cittadini italiani e l’allontanamento dalla nobile arte della politica che, sempre più, si registra tra le giovani generazioni.
Onorevole Caldoro, avendo preso atto del grande disagio sociale che vede coinvolti in queste ore i malati psichici presenti sulla nostra isola, mi rivolgo a Lei, quale Governatore della Regione Campania, per chiederLe un suo intervento politico in favore dei degenti della Struttura Intermedia Residenziale di Villa Orizzonte in Barano. Lo faccio dopo aver già promosso, tramite l’Ufficio di Pastorale Sociale e del Lavoro della diocesi, un incontro con i sindaci dei sei comuni dell’isola e avendo registrato l’evidente difficoltà di dialogo tra le forze politiche locali ed i vertici della sanità in Campania.
Confido nella sua sensibilità di uomo delle istituzioni, votato al bene comune che, certamente saprà riconoscere, in questa azione che la Chiesa di Ischia e il suo vescovo hanno sentito il dovere di intraprendere, la consapevolezza che qui è in gioco la vita delle persone e, perciò, il valore stesso che noi diamo, concretamente, ad esse. Per questo crediamo che la nostra azione sia opportuna, anzi necessaria, anche dal punto di vista pedagogico.
In questo senso mi piace ancora qui riportare quanto afferma Papa Francesco: “La necessità di risolvere le cause strutturali della povertà non può attendere, non solo per una esigenza pragmatica di ottenere risultati e di ordinare la società, ma per guarirla da una malattia che la rende fragile e indegna e che potrà solo portarla a nuove crisi. I piani assistenziali, che fanno fronte ad alcune urgenze, si dovrebbero considerare solo come risposte provvisorie. Finché non si risolveranno radicalmente i problemi dei poveri, rinunciando all’autonomia assoluta dei mercati e della speculazione finanziaria e aggredendo le cause strutturali della inequità, non si risolveranno i problemi del mondo e in definitiva nessun problema. L’inequità è la radice dei mali sociali” (Evangelii Gaudium, 202).
Qualora Lei lo ritenesse necessario, mi rendo anche disponibile, eventualmente insieme ai sei sindaci dell’Isola, ad incontrarLa personalmente per affrontare questa e le altre questioni che attualmente alimentano il disagio sociale degli ischitani.
Grato per l’accoglienza che vorrà riservare a questa mia richiesta, nell’augurarLe un fecondo impegno a favore della gente della nostra bella e tormentata regione, Le porgo distinti saluti.

Ischia, dalla Sede Vescovile, addì 13 luglio 2014

+ Pietro Lagnese
Vescovo di Ischia