Mercoledì 18 febbraio nella Chiesa Cattedrale di Ischia Ponte, Mons. Lagnese ha celebrato il rito dell’imposizione delle ceneri con il quale la Chiesa entra nel tempo liturgico della Quaresima. La partecipazione alla liturgia di molti sacerdoti, religiosi e laici, ha narrato, nella sua varietà di vocazioni, la realtà di un unico popolo che risponde alla chiamata del Maestro e viene in atteggiamento di ascolto e conversione.

L’imposizione delle ceneri si rifà all’antico uso contadino di conservare durante l’inverno le ceneri del camino, per poi spargerle nei campi come fertilizzante al venire della primavera. Dunque un rito di vivificazione della terra, ripetendo il quale riconosciamo il nostro bisogno di conversione, di tornare a Dio per essere vivificati dalla Sua Parola e dal Suo amore.

Tutto nella celebrazione è stato un richiamo alla comunione, a quell’unità nella diversità che ci consente di sperimentare nuove forme di carità reciproca, di perdono e di testimoniare che il Padre ha seminato nei nostri cuori la Sua stessa capacità di amare.

L’omelia del Vescovo Lagnese è stata un invito a camminare insieme per tornare a Dio ma anche alla cura reciproca: “Il Signore ci da ancora un’occasione per andare a Lui, non si è rassegnato a vederci languire nei peccati… prova ad avvicinarsi e ci sussurra parole d’amore, cuore a cuore…, in Gesù Cristo, Dio vuole prendersi cura di noi proprio come nell’immagine che troviamo nella parabola del buon Samaritano”.

Padre Pietro ha incoraggiato l’assemblea a sentirsi amati come veri figli e a far uso degli strumenti che la liturgia delle ceneri ci offre come via privilegiata, come cura medicinale. Primo fra tutti, la preghiera ma anche l’ascesi l’adesione filiale alla paternità divina.

“La preghiera è il luogo in cui Dio ci parla, pregare è mettersi in ascolto delle parole di vita che solo il Signore può donarci…oggi nel Vangelo torna per sei volte la parola Padre, Gesù dunque, ci chiama a riscoprire questo rapporto di figliolanza che spesso abbiamo snobbato o abbiamo vissuto in maniera superficiale…facciamo tante cose, lavoriamo tanto, ora è tempo di fermarsi a recuperare questo rapporto col Padre…Egli ci segue, non smette di cercarci per prendersi cura di noi e solo se siamo attenti a quest’esperienza di cura, possiamo poi, prenderci cura di noi stessi e liberarci di tutto ciò che logora la nostra vita cristiana..,dobbiamo attuare una sorta di regime dietetico astenendoci da ciò che ci impedisce di somigliare al Signore. Solo somigliando a Lui, sapremo prenderci cura degli altri, perché la vita di Dio abiterà in noi”.

Da ultimo, l’invito di Padre Pietro ai fedeli laici ad essere di sostegno ai sacerdoti della Chiesa Ischitana, “fratelli aiutateci a vivere bene, come sacerdoti, questo tempo quaresimale, con la vostra preghiera, con il vostro esempio, con la vostra testimonianza, aiutateci a rendere presente Colui che ci ha chiamati alla nostra missione sacerdotale, coloro che si chinano sulle ferite degli uomini e delle donne per dire loro concretamente: il Signore non si è stancato di noi. La preghiera d’intercessione alla Vergine ed a S. G. Giuseppe della Croce, ha concluso la celebrazione con l’augurio che si apra un tempo di “vero rinnovamento nello Spirito”.

Di Filomena Sogliuzzo

Foto di Giovan Giuseppe Lubrano