“Guardando al fenomeno migratorio con realismo e senza facili irenismi, liberandolo da equazioni disinformate e deformanti, è possibile percorrere la strada nella quale la Chiesa si riconosce: guardare la storia a partire dalla prospettiva di quelli che non ce la fanno e con gli occhi, il più delle volte impauriti, dei profughi”. Lo ha affermato martedì 5 luglio Mons. Galantino, Segretario Generale della Cei, alla presentazione del XXV Rapporto immigrazione Caritas Migrantes (leggi la sintesi del Rapporto).
Precedendo gli interventi del presidente e del direttore generale Migrantes, il vescovo Di Tora e mons. Perego, e del direttore di Caritas Italiana mons. Soddu (i tre testi sono disponibili in allegato), mons. Galantino è partito dalla distorta percezione che gli italiani hanno della reale presenza di immigrati nel nostro paese (8,2% il dato reale, 30% quello percepito), per arrivare poi ad una sferzante considerazione sulla situazione in cui si trova in questo momento l’Europa.
“Stiamo vivendo – ha concluso il Segretario Generale – giorni in cui si avverte tutta la debolezza di un’Europa costruita più su delle primazie, che sul rispetto e la valorizzazione delle differenze fra gli Stati membri. È come quando – fatte le dovute proporzioni – in una famiglia, che in senso etimologico significherebbe un impegno a «servire per la casa comune», gli interessi di parte diventano invece predominanti, e questo sguardo miope fa crollare tutto”.

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