Capua, sabato 23 febbraio 2013

Carissimi fratelli e sorelle,

 

il Santo Padre Benedetto XVI, nel giorno della memoria liturgica di sant’Agata, vergine e martire, patrona della città di Capua, mi ha annunciato, attraverso S. E. Mons. Adriano Bernardini, Nunzio Apostolico in Italia e nella Repubblica di San Marino, la Sua volontà di eleggermi vescovo della Chiesa di Ischia.

Attraverso la parola del Successore di Pietro, il Signore mi chiede di lasciare la mia terra e questa antica e gloriosa Chiesa di Capua, nella quale ho ricevuto l’annuncio del Vangelo e sono nato alla fede e nella quale ho esercitato per ventisette anni il mio presbiterato, per inviarmi a Ischia in qualità di Successore degli Apostoli.

Dal giorno in cui mi è stata comunicata l’intenzione del Santo Padre, alcuni sentimenti ritornano costantemente nei miei pensieri e abitano il mio cuore.

Avverto innanzitutto un senso di grande inadeguatezza e indegnità.

Sono consapevole che il Signore mi chiama ad una missione davvero alta, dinanzi alla quale riconosco tutta la mia povertà. Anch’io come l’Apostolo di cui porto il nome, ho coscienza della mia miseria e delle mie debolezze: sono un peccatore! (Lc 5,8) dice Pietro, nel momento in cui il Signore si avvicina a lui per chiamarlo. Sono un peccatore!: dico anche io.

Ma il Signore, nei Suoi imperscrutabili pensieri, ama fidarsi delle persone che valgono poco e scegliere gli strumenti più inadeguati per arare il campo di Dio che è la Chiesa: “…Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti” (1Cor 1,27).

C’è un altro sentimento che abita il mio cuore in questi giorni così particolari per la mia vita. Sento che, chiamandomi all’episcopato, il Signore mi rinnova il suo invito alla santità: mi chiede di pregare di più, amare di più, servire di più. Del resto sono certo che il Signore inviandomi ad Ischia per annunciare il Vangelo ai poveri mi chiama a stare in mezzo alle sorelle e ai fratelli di quell’isola, per essere prima cristiano con loro e poi vescovo per loro, secondo la nota espressione di Agostino.

Evangelizare pauperibus misit me! Mi ha mandato ad evangelizzare i poveri! Ma, di questi, il primo sono io! Sapendo che l’unica ricchezza è il Signore Gesù, vado dunque, povero tra i poveri, perché, insieme, “deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci intralcia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede” (Eb 12,1-2).

Avverto, infine, una profonda commozione nel sapere di dover lasciare la Chiesa di Capua e in modo particolare la comunità parrocchiale di Santa Maria dell’Agnena in Vitulazio, di cui sono parroco da quasi ventisette anni, e che è da sempre la mia comunità. Sento vivo dolore nell’andare via e so di procurarne tanto alle persone che mi vogliono bene e che molto hanno condiviso con me in questi anni di impegno, spesi con entusiasmo a servizio del vangelo.

Nonostante però il dolore che sento e il senso di indegnità che mi accompagna, come ho avuto modo di dire al Santo Padre nella lettera inviataGli il giorno seguente la mia elezione, riconosco nella sua chiamata la volontà di Dio che voglio compiere sopra ogni cosa e, perciò, accetto la nomina a vescovo della Chiesa di Dio che è in Ischia. Accetto fondando la mia speranza non nelle mia persona ma nella certezza del sostegno della preghiera di tanti fratelli e sorelle e nella grazia che il Signore concede a chi confida in Lui: “Benedetto l’uomo che confida nel Signore e il Signore è la sua fiducia” (Ger 17,7).

Alla Chiesa di Ischia ho inviato per questa occasione, nella persona del suo Amministratore Diocesano, Mons. Giuseppe Regine, il mio primo Messaggio annunciando il mio motto episcopale: Duc in altum, prendi il largo.

In questi giorni più volte mi sono ritrovato a ripetere il Responsorio della Compieta e ho ricevuto dal Signore il dono della pace. Guardando a Gesù Crocifisso ho sentito mie le parole del Salmo 30 e, con la Chiesa, anch’io ho detto: “Signore, nelle tue mani affido il mio spirito!”.

In questo momento, in cui viene resa pubblica la mia nomina a vescovo della Chiesa di Ischia, desidero innanzitutto ringraziare il Santo Padre Benedetto XVI per aver scelto un figlio della Chiesa di Capua quale successore degli Apostoli. A poche ore di distanza dall’annunciata rinuncia a sommo pontefice, a lui desidero esprimere il mio affetto e la mia personale gratitudine non solo per la mia elezione ma molto di più per ciò che egli ha detto e ha fatto in questi otto anni. Mercoledì 27 febbraio, in occasione della sua ultima udienza, mi recherò dal Santo Padre per assicurare la mia personale preghiera e per unirmi alla riconoscenza dell’intera Chiesa Cattolica verso la Sua persona per aver condotto, attraverso un luminoso e coraggioso magistero, il timone della barca di Pietro. La scelta di ritirarsi nel silenzio e nella preghiera se da una parte ci addolora dall’altra mi appare un segno di grande libertà interiore.

Con il Papa ringrazio il Nunzio Apostolico in Italia e nella Repubblica di San Marino, S. E. Mons. Adriano Bernardini, per l’amabilità con cui mi ha accolto in Nunziatura per comunicarmi la decisione del Santo Padre.

Saluto, inoltre, l’intero Collegio Episcopale nel quale sto per entrare, l’episcopato italiano e il suo presidente, Sua Eminenza il Signor Cardinale Angelo Bagnasco.

Saluto in particolare il presidente della Conferenza Episcopale Campana, l’Arcivescovo Metropolita Sua Eminenza il Signor Cardinale Crescenzio Sepe e con lui tutti gli arcivescovi e vescovi della Campania.

Esprimo, inoltre, la mia particolare gratitudine ai tanti pastori con i quali ho avuto la gioia di stabilire vincoli di amicizia e di collaborazione e che, con il loro amore a Cristo e alla Chiesa, in questi anni, mi hanno testimoniato la gioia di servire il gregge loro affidato.

Un pensiero tutto speciale in questo momento va ai miei genitori che mi hanno dato la vita e la fede e, a tutti coloro che, nella mia famiglia, mi hanno trasmesso l’amore a Cristo e alla Chiesa. A mia mamma e a mio padre, in particolare, la gratitudine per la testimonianza di dedizione instancabile verso noi figli. Il grato ricordo di tutti i miei cari si fa quotidiana preghiera.

Un saluto colmo di affetto e di gratitudine in questo momento giunga alla comunità parrocchiale di Santa Maria dell’Agnena in Vitulazio. Del dolore vivissimo che provo nel lasciarla già ho detto. Desidero qui esprimerle tutta la mia gratitudine per ciò che essa è stata per me e per il bene tutto speciale che mi ha voluto.

La ringrazio per aver creduto nella mia persona e per aver riconosciuto in me la presenza del Signore; sono grato per l’amore premuroso di cui mi ha fatto oggetto e che negli anni è andato sempre più crescendo.

So di aver chiesto ai vitulatini tanto. Ma so anche che la risposta è stata sempre pronta e generosa. Il Signore di certo li ricompenserà per tutto il bene che hanno fatto e che continueranno a fare. Saluto insieme al carissimo don Pasquale Violante, mio viceparroco, uno ad uno ogni membro della parrocchia e domando per ciascuno vita e benedizione. La Madonna dell’Agnena li protegga sempre.

Un pensiero colmo di riconoscenza va anche al Seminario Maggiore Arcivescovile di Napoli, nel quale ho vissuto gli anni bellissimi della formazione al sacerdozio. A prendersi cura di me fu allora il rettore Mons. Agostino Vallini, oggi Cardinale Vicario Generale di Sua Santità per la diocesi di Roma.

In Seminario incontrai anche colui che ininterrottamente per trentadue anni è stato ed è mio padre spirituale, don Armando Dini, oggi arcivescovo emerito della Chiesa di Campobasso-Boiano. A lui un particolare grazie per avermi accompagnato per tutto questo tempo con pazienza e affetto, illuminando i passi decisivi della mia vita di prete.

Nel Seminario di Napoli, per disegno della Provvidenza sono ritornato tre anni fa come padre spirituale: l’affettuosa accoglienza riservatami dal rettore e dall’intera equipe formativa e la grande simpatia mostratami dai tanti seminaristi che ho incontrato sono state per me motivo di grande gioia.

Un ricordo tutto speciale va alla venerata memoria di S. E. Mons. Luigi Diligenza, arcivescovo di Capua per diciannove anni: fu lui ad accogliere la mia richiesta di entrare in seminario, a vegliare sul mio cammino formativo, ad ordinarmi sacerdote ventisette anni fa e ad introdurmi al ministero pastorale. Da lui ho appreso l’amore alla Chiesa, che servì con umiltà e mitezza, il valore della preghiera che sempre scandiva le sue giornate, lo stile autorevole di un Pastore che nel silenzio ha guidato la sua comunità.

Sono grato a S. E. Mons. Bruno Schettino, morto improvvisamente il 21 settembre scorso, per la stima che sempre ha manifestato a me e alla mia comunità. Attendeva con ansia questo giorno e certamente oggi dal cielo gioisce con tutti noi.

Saluto con affetto Mons Pietro Piccirillo, Amministratore diocesano di Capua in questo tempo di sede vacante. A lui il mio grazie per l’affetto che ha dimostrato e le parole di stima pronunciate. Con lui ringrazio il Collegio dei Consultori e l’intero presbiterio di questa amata Chiesa. In modo particolare ringrazio il Signore per la stima che da più parti ho sperimentato e per i vincoli di sincera amicizia che mi legano a tanti sacerdoti.

In questi anni ho sperimentato la gioia di condividere il cammino con tanti consacrati, religiosi e religiose dell’Arcidiocesi di Capua che mi hanno sostenuto con la loro preghiera e la loro fattiva collaborazione. In modo speciale voglio qui ricordare le Suore Ancelle dell’Immacolata e i due monasteri di clausura di Vitulazio e Pignataro.

Infine saluto con affetto tutti i membri delle aggregazioni laicali e quanti con me hanno vissuto l’esaltante esperienza di servizio ad una Chiesa che ho tanto amato.

Grazie per aver presenziato a questo momento.

A tutti voi rivolgo un’unica richiesta: pregate per me.

+ Pietro Lagnese

Vescovo eletto