LABORATORIO MONDO FAMIGLIA

Francesca Annunziata – Il laboratorio e’ stato brillantemente condotto da Marco Giordano, coordinatore regionale di solidarietà familiare e segretario del tavolo nazionale affido. Dopo essere partiti da alcuni dati statistici che parlano della sofferenza delle famiglie, l’oggetto è stato la solidarietà e la rete di famiglie solidali. Alla fine dei laboratori, è stato interessante conoscere le esperienze delle famiglie ischitane. Ricordiamo Angela e Vincenzo che hanno più volte accettato un affido temporaneo, prima di bambini proveniente da una casa famiglia di Napoli e poi di un bambino di Ischia. Ecco alcune impressioni dei partecipanti

Teresa di Febbraro – Forio

Essendo la prima esperienza ho avuto un senso di positività. Un evento interessante e da condividere.

Ciro Liguori – Ischia

E’ stato un momento di riflessione, formazione e confronto con chi è più forte di grandi esperienze già avute.

Tiziana Patalano – Forio

E’ interessante far capire come affrontare le difficoltà delle famiglie con bambini disabili, e altre problematiche attraverso la solidarietà.

Giovanna di Massa – Casamicciola Terme

Conoscere il proprio territorio è stato fondamentale. Quello che mi ha colpito di più del laboratorio della famiglia è stato “l’affidarsi e il fidarsi”. Le parole del relatore sono state dure ma efficaci.

Rosaria di Iorio – Casamicciola

La famiglia deve essere solida per essere solidale. Bisogna mettere al centro della famiglia, la preghiera.

LABORATORIO SOCIO POLITICO

Filomena Sogliuzzo – Il Laboratorio Socio Politico comincia subito con delle domande molto impegnative: “siamo coscienti che il nostro credere è vero e funziona quindi nella nostra vita come nella società? Comprendiamo fino in fondo che lo scollamento tra vita e fede è la vera piaga di una società che vuole dirsi cristiana.

Crediamo che nel Vangelo ci sia la risposta per la salvezza di tutta l’umanità? Che solo ragionando in termini di comunione universale possiamo aspirare alla presenza “dell’Oltre” che ci corrobora”?

Le risposte che sono venute fuori dal laboratorio ci parlano innanzitutto di gioia da contagiare a coloro che incontriamo. Che i poveri sono la nostra scelta preferenziale, stare con loro non intristisce anzi fa nascere spesso delle amicizie vere e profonde che aiutano anche noi stessi a venir “fuori” e a sentirci consolati.

La nostra azione in ogni ambito sociale deve affondare le sue radici nell’ascolto della Parola di Dio e nella preghiera. Al tal proposito interessante l’esperienza raccontata dal dott. Mattone, il nostro relatore, a proposito di un giovane senza tetto molte volte finito in prigione e nonostante tutto suo amico, al quale si trovò a chiedere che cosa volesse fare da grande. In una meditazione del venerdì Santo, in carcere il giovane clochard scrive una riflessione in cui rivolgendosi a Dio Padre dice “io so che tu mi stai chiedendo cosa farò da grande!!!!” ecco quanto le nostre parole fondante sul vangelo possono raggiungere il cuore di quanti si trovano nella sofferenza.

LABORATORIO MONDO GIOVANILE

Gabriele Mazzella e Francesco di Spigno – Nel laboratorio il discorso è partito dal saper imparare a cambiare, andare al di là delle nostre abitudini. Avere uno sguardo nuovo, rinnovato, come quello dei discepoli chiamati a gettare le reti. Don Giacomo Pavanello, 33 anni di Padova, ci ha spiegato come è importante capire innanzitutto cosa Dio sogna per ciascuno di noi, prima ancora di capire quale può essere il mio ruolo in parrocchia, diocesi, etc. Altrimenti diventiamo giovani irrealizzati, tristi, spenti. “Uscire fuori” ci permette di vedere anche i nostri limiti, in una società dell’immagine come la nostra. Abbiamo parlato del mondo web che è il luogo dove oggi si formano le culture. E inoltre, una cosa importante che ha sottolineato più volte è stato l’ascolto: un giovane vuole essere ascoltato. Ascoltare prima di parlare.

LABORATORIO VECCHIE E NUOVE POVERTA’

Barbara Veduti – Dopo aver esaminato vari dati Caritas sulla povertà, è stato sottolineato come le politiche sociali debbano impegnarsi per la famiglia, perché la Caritas non è un’opera assistenziale. I dati della povertà sono allarmanti, ma il mettersi insieme è il primo passo per iniziare a contrastare la povertà. E’ proprio vero che l’unione fa la forza. Bisogna ritrovare quell’unità giusta fra persone per aiutare l’altro che in questo momento è in difficoltà. E’ sempre valido il detto che il mare è fatto da tante gocce e ciascuno di noi è una matita di Dio. Dalla partecipazione attenta dell’assemblea si deduce la voglia di uscire insieme per incontrare l’uomo nella sua povertà.